giovedì, Aprile 18, 2024

Effetto coronavirus, i timori degli albergatori di Roma: 673mila turisti cinesi in meno e disdette del 30 per cento

Sul fatto che il coronavirus stia facendo male al turismo italiano nessuno ha dubbi. Si tratta solo di capire quanto. Dopo l’allarme lanciato dagli operatori i giorni scorsi (che parlavano già di 500 mila arrivi persi solo a febbraio) a fare delle stime precise arriva un’indagine dell’Istituto Demoskopika concentrata esclusivamente sui paesi che, ad oggi, hanno fatto registrare casi confermati di coronavirus così come costantemente monitorati dalla Johns Hopkins University: nel 2020 l’emergenza coronavirus potrebbe generare un segno negativo per l’incoming turistico italiano, con una contrazione della spesa turistica di ben 4,5 miliardi (alloggio, pasti, intrattenimenti, souvenir, regali, etc), pari a circa il 5% del prodotto interno lordo del settore. Il 70% di questa, pari a 3,2 miliardi di euro, è concentrata in quattro sistemi turistici regionali: Veneto, Toscana, Lazio e Lombardia. Nel Lazio, con un calo di poco meno di 673 mila arrivi, di oltre 1,9 milioni di presenze e con una contrazione della spesa turistica pari a circa 765 milioni di euro. A confermare la crisi nella Capitale Marco Misischia, presidente di Cna Turismo Roma: “Le disdette delle prenotazioni dei turisti cinesi, a cui si sommano anche quelle dei viaggiatori provenienti da paesi del Sud est asiatico e dai paesi adiacenti alla Cina, porteranno perdite significative per il settore ricettivo romano, stimate intorno al 30% del fatturato”. Quasi 5 milioni, infatti, potrebbero arrivare a essere i turisti che per ridurre i rischi di contagio rinuncerebbero all’Italia come destinazione turistica per la loro vacanza nel 2020 generando una contrazione complessiva di 14,6 milioni di pernottamenti. Ovviamente il rischio di contrazione più rilevante si registrerebbe dalla Cina con -1,3 milioni di arrivi e – 2,1 milioni di presenze. Ma si rischiano cali anche dalla Germania (-1,3 milioni di arrivi e di -5,9 milioni di presenze) e dagli Stati Uniti con una contrazione pari a 566 mila arrivi e a 1,5 milioni di presenze. Rilevanti anche le possibili rinunce alla vacanza italiana per francesi e inglesi quantificabili rispettivamente in 474 mila arrivi e 1,4 milioni di presenze per i primi e in 378 mila arrivi e 1,4 milioni di presenze per i secondi. Per quanto riguarda la spesa in testa la Repubblica Popolare Cinese in testa con un possibile decremento di 2.011 milioni di euro, circa la metà dell’intera contrazione stimata. A seguire Stati Uniti con 693 milioni di euro (15,4%), Germania con 551 milioni di euro (12,3%), Giappone con 243 milioni di euro (5,4%) e Regno Unito con 223 milioni di euro (5,5%). “Se l’emergenza persiste – dice il presidente dell’Istituto Demoskopika, Raffaele Rio – il governo si attivi per lo stato di calamità turistica” introducendo un sostegno economico per gli operatori turistici colpiti”. Per quanto riguarda le regioni è il Veneto a indossare la maglia nera con un calo possibile di 971 mila arrivi, di oltre 3 milioni di presenze e, infine, con una contrazione della spesa turistica pari a circa 955 milioni di euro rispetto all’anno di riferimento individuato.
Preoccupanti anche i possibili “postumi da virus” per il turismo in Toscana, con un calo di 695 mila arrivi, di oltre 1,8 milioni di presenze e con una contrazione della spesa turistica pari a circa 778 milioni di euro; in Lombardia, con un calo di 673 mila arrivi, di oltre 1,6 milioni di presenze e con una contrazione della spesa turistica pari a circa 685 milioni di euro.
Redazione
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