sabato, Maggio 18, 2024

Coronavirus, parla il commissario Domenico Arcuri: “Serve un’economia di guerra”

Serve un’ ‘economia di guerra’ per far fronte all’emergenza coronavirus. Il neo commissario Domenico Arcuri a spazzare ogni dubbio e a spiegare, se ancora non fosse chiaro, quanto la situazione sia difficile e complessa e quanto il ‘sistema paese’ rischi il default, non solo sanitario. Dietro le parole dell’uomo al quale il governo ha concesso ampi poteri di deroga per intervenire su sanità e produzione, ci sono ancora una volta i numeri: la flessione di lunedì nella crescita dei malati che aveva lasciato intravedere un’inversione della curva ha lasciato il posto a dati ben più negativi. Intanto sono complessivamente 26.062 i malati di coronavirus in Italia, con un incremento rispetto a lunedì di 2.989. Il numero complessivo dei contagiati – comprese le vittime e i guariti – ha raggiunto i 31.506. Il dato è stato fornito dal commissario per l’emergenza Angelo Borrelli. Crescono anche i guariti: sono 2.941. In 24 ore si sono registrati quindi 2.989 malati in più, il maggior numero dall’inizio dell’emergenza. Non solo: in una settimana, il numero di coloro che hanno contratto il virus è passato da 10.590 a 26.062: significa il 146% in più. Significa che se continua di questo passo tra una settimana supereremo la soglia dei 50mila. Ecco perché le parole di Arcuri sono nette. “Tutti i Paesi devono attrezzare prima possibile un’industria nazionale. Come nelle guerre, dobbiamo produrre prima possibile quello che ci serve. Stiamo riconvertendo sistemi produttivi e importando industrie che ora sono localizzate altrove. Dobbiamo dotare il maggior numero di ospedali di strumenti per le terapie intensive e inondare l’Italia di tutto quello che serve”. E in un’economia di guerra è fondamentale il ruolo di tutti. “La solidarietà del nostro sistema mi inorgoglisce e rassicura” premette Arcuri chiedendo però ai cittadini di “capire che devono aiutarci ad evitare ogni contagio, a costo di qualsiasi sacrificio”. E’ necessario dunque il massimo rigore nei comportamenti che ciascuno adotta ed è fondamentale, si sottolinea al Viminale, che gli spostamenti siano dettati solo da estrema e comprovata necessità. Cosa che non sembra ancora essere entrata nella testa di tutti visto che, nella sola giornata di lunedì su 172mila persone controllate dalle forze di polizia oltre 8mila erano in giro senza un reale motivo e sono state denunciate. Facendo arrivare a 35mila il numero di chi, da quando l’Italia è ‘zona protetta’, ha violato le restrizioni o ha dichiarato il falso pur di spostarsi da un luogo all’altro. Lo conferma anche la tecnologia: l’analisi delle celle telefoniche della Lombardia segnala che a muoversi è ancora più del 40% della popolazione della Regione, “Un dato non sufficientemente basso – ha detto il vicepresidente Fabrizio Sala – bisogna stare a casa il più possibile”.
Redazione
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