“Il 5 dicembre 2019 ho sporto denuncia nei confronti del Sindaco Grando (e dell’AU della Flavia Servizi) riguardo l’ordinanza d’immissione nel nuovo pozzo e le mancate comunicazioni alla cittadinanza sulla potabilità dell’acqua. L’ho fatto molti mesi prima che fosse lui a minacciarmi di denuncia (che paura!), mediante la sua debole risposta su facebook, in cui continua a creare confusione nella ricostruzione dei fatti. Il sindaco ammette infatti di aver lasciato attiva l’ordinanza di non potabilità dell’acqua anche in seguito all’immissione nel nuovo pozzo, per tutelare i cittadini. In realtà la non potabilità dell’acqua ha interessato l’intera città solo nei giorni 17,18,19 giugno 2019 per essere poi revocata. L’ordinanza di non potabilità a cui il sindaco fa riferimento, ancora in vigore, è invece la n. 2 dell’ 8/1/2018 relativa alla sola zona dei Monteroni. Inoltre, lo scorso anno, all’atto di autorizzazione all’immissione nel nuovo pozzo, i cloruri risultavano fuori norma (di oltre il doppio nel prelievo del 25 luglio 2019) ragion per cui, nella sua ordinanza per l’immissione dell’agosto 2019, il sindaco scriveva che l’apertura del nuovo pozzo e la miscelazione delle acque avrebbero risolto il problema riportando i parametri alla norma. Affermazione arbitraria, la sua, sconfessata dai prelievi successivi del: 5, 18, 25 settembre; 2,16 ottobre e, a seguire del 7 gennaio 2020 (solo per fare alcuni esempi), dove i cloruri di Statua risultano sempre fuori dai parametri consentiti. A questo c’è da aggiungere la mancata pubblicazione sul sito e la conseguente mancata comunicazione alla città riguardo i dati fuori norma segnalati in più prelievi (del 2019 oltre ai più recenti del 2020) dalla ASL RM 4 relativamente a: cloruri, fluoruri, arsenico e colibatteri. Ci riferiamo a prelievi avvenuti in punti diversi dell’acquedotto, che servono le reti domestiche di diverse zone di Ladispoli. Prelievi pubblici, gli unici legalmente validi. Non sono perciò le minacce di denuncia del Sindaco a preoccuparmi ma lo stato di salute della nostra acqua, su cui, ad oggi, continuiamo a non ottenere risposte chiare”.
Eugenio Trani
