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Presunte tangenti Eni, la risposta del gigante energetico: “Richieste prive di qualsiasi fondamento”

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Dura risposta dell'Eni alla Procura di Milano che ha chiesto pesanti condanne per Descalzi e Scaroni
“Prive di qualsiasi fondamento”. È la reazione di Eni alle richieste di condanna a 8 anni di reclusione avanzate dal procuratore aggiunto Fabio De Pasquale per Claudio Descalzi, Paolo Scaroni e altri manager della società sotto processo per il presunto pagamento nel 2011 di una tangente da 1,092 miliardi di dollari che Eni e Shell avrebbero versato per ottenere una licenza del giacimento Opl-245 in Nigeria. Descalzi, oggi ad di Eni, all’epoca dei fatti era direttore generale della divisione Exploration & Production della società, Scaroni era amministratore delegato. La procura ha chiesto la condanna per corruzione internazionale, reato contestato anche all’ex direttore generale della divisione Exploration & Production di Shell, Malcom Brinded, per il quale la pena richiesta è di sette anni e quattro mesi. La condanna più alta, dieci anni di carcere, è stata invocata per l’ex ministro del Petrolio nigeriano, Dan Etete.

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