giovedì, Aprile 25, 2024

Bielorussia, dopo la vittoria di Lukashenko il Paese è ancora nel caos: ucciso un manifestante

Un manifestante è stato ucciso ieri sera in Bielorussia, nella seconda notte di scontri per le proteste contro il risultato ufficiale delle elezioni di ieri, che hanno visto il presidente uscente Alexander Lukashenko, al potere dal 1994, rieletto con oltre l’80 per cento dei voti. Lo ha reso noto la polizia. La Bielorussia si è svegliata un altro Paese. Nulla, si dice, sarà più lo stesso dopo la notte di feroci scontri, sopratutto a Minsk, innescati dal risultato ufficiale delle elezioni presidenziali. Che per l’ennesima volta incoronano, con oltre l’80% delle preferenze, l’eterno presidente Alexander Lukashenko. Per l’opposizione si tratta quasi di una provocazione, qualcosa che “nulla ha a che fare con la realtà”. “Non riconosciamo i risultati”, ha detto senza mezzi termini la candidata del fronte riformista Svetlana Tikhanovskaya. “E chiediamo ai cittadini di non tacere”. Ovvero di scendere di nuovo in piazza. Con quel che ne consegue. Il bilancio del primo round di disordini non è infatti lieve. Oltre 3mila arresti (dati del ministero dell’Interno), dozzine di feriti, anche gravi, e forse un morto. Lo sostiene il centro per i diritti umani Viasna ma il ministro della Salute ha categoricamente smentito. “Dovesse essere vero, sarebbe l’inizio della fine”, ha mormorato Tikhanovskaya nel corso della sua conferenza stampa. Dove peraltro ha messo in chiaro che non scapperà all’estero e non vede “per quale ragione dovrebbe essere arrestata”. L’alleata di Tikhanovskaya, Maria Kolesnikova, ha detto di aver chiesto al ministro degli Interni e al capo dello staff presidenziale “di smettere di usare la violenza” e ha ribadito di “voler risolvere il conflitto in modo pacifico”. “Ma siamo pronti a proteste di lunga durata”, ha avvertito. Muro contro muro, dunque. Già perché Lukashenko sembra non aver alcuna intenzione di cedere. Nemmeno un millimetro. La Polonia ha chiesto “un vertice europeo straordinario” per discutere la situazione, Berlino (forte del suo semestre di presidenza Ue) ha definito “inaccettabile” che gli “standard minimi democratici” in Bielorussia non siano stati mantenuti mentre la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, ha chiesto che “i voti dell’elezione siano contati e pubblicati accuratamente”. Tutti hanno poi condannato le violenze contro la popolazione.
Redazione
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