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Coronavirus, parla Ranieri Guerra: “Il vaccino entro la fine dell’anno? E’ verosimile”

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Ranieri Guerra, vice direttore generale dell'Organizzazione mondiale della sanità e componente del Comitato tecnico scientifico
L’annuncio del ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, di avere le prime dosi di un vaccino contro il coronavirus già entro la fine dell’anno “è verosimile”. Lo ha detto, Ranieri Guerra, vice direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità e componente del Comitato tecnico scientifico, intervenendo a ‘The Breakfast Club’ su Radio Capital. “Credo che sia verosimile – ha spiegato – perché c’è uno dei vaccini che ha concluso la fase sperimentale” che dimostra che “il vaccino oltre ad essere innocuo è anche efficace. È stato preparato il dossier e trasmesso già da 10 giorni al Regolatorio del farmaco; immagino che la procedura avverrà in modo molto rapido. Se l’autorizzazione sarà concessa, poi – ha concluso – sarà esclusivamente un problema industriale, di diffusione commerciale”. Sulla proposta del ministro Speranza, Ranieri Guerra precisa: “È un messaggio di grande allerta perché la maggior parte dei contagi avviene a livello familiare, quando incontri un parente o persone conosciute. Come sia poi applicabile e quanto sorvegliata, si vedrà anche da quanto la gente capisce l’elemento di allarme”.
Mascherine
“La mascherina può aiutare molto se viene indossata da tutti e in maniera corretta. Quando ci si incontra faccia a faccia la protezione è molto elevata se entrambi la indossano, se uno dei due invece non la indossa, la protezione si riduce, se nessuno la indossa è probabile il contagio”.
Scenari e quarantena
“C’è un documento preparato dal Cts preparato che si basa su diversi scenari possibili ma oggi la situazione è ancora abbondantemente sotto controllo. E le nuove misure che il governo si appresta a disporre” servono “contro il rischio di una diffusione comunitaria che non c’e’ ancora. Ancora i focolai sono ristretti, individuati e contenuti”, aggiunge. Per Ranieri Guerra la riduzione della quarantena da 14 a 10 giorni è stata decisa perché è “cambiato l’accumulo delle evidenze scientifiche che abbiamo. Abbiamo l’evidenza che la percentuale di rischio, anche di chi resta positivo, diminuisce drasticamente. E poi c’è il tampone”. Ha poi completato sottolineando che “la quarantena di 10 giorni la fanno anche altri grandi paesi europei. Altra cosa – ha concluso – è l’isolamento dei casi positivi”.

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