venerdì, Aprile 19, 2024

Manovra economica, Italia Viva presenta al governo cinque proposte

“Italia Viva non si è presentata ai vertici di maggioranza (iniziati il 13 ottobre per decidere una cosa da approvare 48 ore dopo) con una lista di infinite richieste a suon di miliardi. Né abbiamo sommerso il presidente Conte e il ministro Gualtieri di richieste quali soldi per promuovere la lingua italiana all’estero o rifare le carte geografiche”. Lo puntualizza in un post su Fb, Luigi Marattin.

“Le nostre richieste sono cinque, e sono estremamente semplici: 1) Non ha senso, nel peggior anno nella storia economica italiana, far entrare in vigore due nuove tasse (plastic tax e sugar tax). 2) Nel 2021 deve debuttare il primo pezzo della riforma fiscale: l’assegno unico universale proposto dalla ministra Bonetti, con risorse aggiuntive adeguate. E nel 2022 dobbiamo rifare tutta l’Irpef e avere un fisco semplice, lungo tutta la filiera (dal disegno dell’imposta alla giustizia tributaria). 3) Se vogliamo riprenderci dallo tsunami che ci ha colpito (e nel contempo risolvere i nostri problemi strutturali) dobbiamo aiutare le imprese a diventare più grandi. Per questo servono incentivi fiscali alle fusioni e aggregazioni tra imprese”. E prosegue: “4) Abbiamo appena celebrato il matrimonio tra Borsa italiana e una grande piattaforma europea. Ma alla fine tutto questo rimarrà solo uno slogan o poco più se facciamo aumentare i costi che le nostre piccole e medie imprese sostengono per quotarsi in Borsa. Quest’anno infatti scade uno sconto fiscale (fatto durante il governo Gentiloni) che aiuta le imprese ad abbattere i costi che devono sostenere se vogliono provare ad accedere a Piazza Affari. Abbiamo proposto di prorogarlo. 5) tutte le imprese la cui sopravvivenza economica dipende dagli incassi da botteghino sono in fortissima difficoltà da 8 mesi, e sicuramente lo saranno ancora per molto (visto che quegli assembramenti saranno gli ultimi a ritornare). O gli consentiamo di poter continuare, nel frattempo, a fare i bilanci oppure non resisteranno”. “Sono cinque proposte che si riassumono in modo molto semplice: A) non abbiamo bisogno di nuove tasse, ma anzi il nostro sistema fiscale deve diventare più leggero e più semplice. b ) invece di sommergerle di tasse e burocrazia, dobbiamo aiutare le nostre aziende a ‘diventare grandi’, sfruttando questo drammatico momento per risolvere alcune nostre strutturali debolezze”.

Redazione
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