sabato, Aprile 20, 2024

Norme sempre più stringenti, ristoranti e pub in ginocchio

Più che il Covid, ormai fa paura il futuro

 

Più che il virus, ormai quello che fa veramente paura sono le sorti del futuro commerciale. Commercianti in affanno, sempre meno entrate in seguito a norme sempre più stringenti. Come la chiusura alle 24 e ora il coprifuoco, interventi che mettendo in ginocchio i titolari dei pub e dei ristoranti di tutto il litorale nord. «E’ veramente dura. Stiamo ancora cercando di recuperare la situazione dopo il lockdown della primavera scorsa». A parlare sono i titolari del Cavallino Matto di Cerveteri, il Ristofamily che si era già reinventato tre anni per far tornare i conti del locale, l’ex Cavallino Bianco, e che oggi è alle strette. «Con i gonfiabili a disposizione dei nostri clienti durante la cena avevamo trovato una logica e si era iniziato a lavorare bene, poi con le feste pomeridiane avevamo chiuso il cerchio. Tutto stava finalmente andando nel verso giusto. Questo maledetto virus ci ha rovinato. E sicuramente le scelte del Governo non ci aiutano». «Le persone non escono – spiega Simone D’Alessandri, titolare del Factory pub di Civitavecchia – forse per paura di spendere soldi o forse perché non ne vale la pena visto che dovrebbero rientrare troppo presto. Affluenza dimezzata. Incasso dimezzato il più delle giornate, mentre le uscite economiche sono invariate». Progressivamente sempre meno persone scelgono di passare la serata nei locali, situazione che andrà ad esacerbarsi con il coprifuoco in vigore da questa sera. «Stiamo fatturando il 40% rispetto allo scorso anno – ha spiegato Fabio Arciprete, titolare del Glamour cafè – a malapena riesco a coprire i costi. Le ore di lavoro serale si sono ridotte notevolmente, per ovviare a questo apriamo a pranzo quindi aumentano le spese e diminuiscono gli incassi. Questa è una via di mezzo che non porta del buono a nessuno. Il primo lockdown è stato duro ma sono arrivati dei piccoli aiuti, in questo momento sarebbe meno dannoso. Adesso per rimanere aperti non facciamo altro che indebitarci». Per Maurizio Mauro, titolare del MaMa la situazione «è drammatica. Per attività come la mia tra coprifuoco e chiusura anticipata non esisterà più il dopo cena. C’è stato un calo di incassi del 70% circa. Io ci sto a fare la mia parte, ma il governo dovrebbe fare la sua, non ci sono aiuti economici, niente: il buio assoluto. Io ho cinque famiglie sulle spalle con la mia attività, servirebbero aiuti a supporto di queste restrizioni perché le spese continuano a camminare mentre gli introiti calano. Personalmente non vedo una via d’uscita a breve». Anche per Elia De Baptistis del pub Fermentum «gli incassi sono dimezzati. Le persone – ha spiegato – non escono, c’è paura. Dopo le restrizioni ci siamo organizzati con prenotazioni e turni di seduta, cerchiamo di lavorare un po’ prima».
Redazione
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