venerdì, Marzo 29, 2024

Fiumicino: “Venchi trasferisce le madri lavoratrici al nord per aggirare il blocco ai licenziamenti”, rivolta dei dipendenti.

Su Change.org, raccolte 3.000 firme in 24 ore

“Siamo un gruppo di lavoratrici e lavoratori di Venchi s.p.a. e lavoriamo presso l’Aeroporto L. Da Vinci di Fiumicino. Vi scriviamo perché desideriamo mettervi al corrente di un fatto molto grave”.  Esordisce così l’appello online pubblicato sulle pagine di Change.org da Bruna, Alessandra, Barbara, Fulvio, Claudia, Sabina, Francesca, Pamela e Deborah e indirizzato al Presidente Mattarella, al Premier Conte e al Ministro del Lavoro Catalfo; nelle ultime 24 ore, ha raccolto 3.000 adesioni sulla piattaforma di petizioni online.  Lo scorso 4 Novembre, cioè il giorno successivo alla chiusura del punto vendita nel quale lavoravano al Terminal 1 dell’aeroporto, le lavoratrici e i lavoratori hanno ricevuto dalla loro azienda una “lettera di trasferimento presso punti vendita Venchi del Nord Italia, nonostante la grave situazione epidemiologica in cui versa quell’area del paese”, come raccontano nella loro petizione.  “Dieci di noi sono donne, madri di famiglia con figli minori”, spiegano. “Figli che vanno a scuola e che hanno bisogno del nostro quotidiano sostegno perché il virus ha reso la loro vita più difficile. Il trasferimento a Torino, Vicenza, Parma, Venezia, Piacenza pone un’alternativa: o abbandonare le nostre famiglie o dimetterci. Chi ci ha consegnato la lettera di trasferimento questo lo sa, non può non saperlo. Perché allora queste lettere?” La scelta è resa ancora più incomprensibile dall’esistenza di altri punti vendita del marchio vicini a quello appena chiuso: “perché non veniamo trasferiti negli altri due punti vendita che restano aperti a Fiumicino? O nei sei che si trovano a Roma? Non sarebbe un’alternativa migliore?”, si chiedono i lavoratori. “Perché spedirci così lontane e lontani sapendo che non accetteremo mai di abbandonare i nostri figli in un momento così drammatico? Vogliono costringerci alle dimissioni?”, proseguono.  “Purtroppo è così”, concludono. “I trasferimenti sono stati concepiti per costringerci a dimetterci. La scelta di trasferirci, di non farci proseguire la Cassa Integrazione come previsto dai Decreti del Governo o di non trasferirci nelle altre sedi di Fumicino e di Roma è una scelta sin troppo evidente: un licenziamento mascherato.” Ma i lavoratori non si arrendono e si rivolgono direttamente alle Istituzioni: “vi scriviamo perché l’azienda sta eludendo, con la forza del ricatto, il blocco dei licenziamenti stabilito dal Governo. Vi chiediamo di intervenire, per evitare che la drammatica crisi che ha colpito il nostro paese ricada ingiustamente su lavoratori e lavoratrici che voi avete deciso di proteggere con il blocco dei licenziamenti. Vi chiediamo di fermare il ricatto che stiamo subendo e di ordinare il blocco dei trasferimenti disposti dall’azienda”. E concludono il loro appello con una nota accorata: “siamo determinati a combattere per i nostri diritti. Diritti dei quali veniamo arbitrariamente privati. Diritti che devono invece essere tutelati, soprattutto ora che nessuno deve essere lasciato indietro, escluso, dimenticato.”
Redazione
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