giovedì, Aprile 25, 2024

Covid, non solo ombre per il mercato economico e imprenditoriale italiano

Dalla paralisi merceologica al boom della filiera tecnologica a produzioni innovative nell’agricoltura conserviera

di Alberto Sava
Il Natale 2020 che ci apprestiamo a vivere sarà diverso sotto ogni punto di vista: non ci si potrà riunire con gli affetti più cari e lontani, non ci saranno i tradizionali incontri con i collaboratori, ed intere filiere commerciali e produttive soffriranno più di altre per questa condizione straordinaria di rigore a cui tutti siamo chiamati. Arriviamo da un lungo periodo in cui la comunicazione italiana, dalle reti televisive ai giornaloni nazionali, ci inonda di notizie sulla pandemia. Ed ancora. Dai piccoli schermi gli italiani sono quasi intontiti da opinioni di scienziati a vario titolo e vario calibro, di cui non sarebbe male rendere pubblici curriculum e rapporti di potere, evitando di accomunare medici, biologi e veterinari sotto il generico titolo di virologi, spesso tragicamente discordi gli uni dagli altri. Tragicamente, perché in ballo c’è la salute e la vita di ciascuno di noi, perché alla fine di ogni pronunciamento le idee sono sempre più confuse, ma la paura sempre più opprimente. Il mercato regolato dalla sua legge della domanda e dell’offerta rimane tale anche durante il covid, e non tutti i settori sono colpiti da blocco o recessione. E non tutte le notizie sono catastrofiche. Il covid ha favorito per esempio la filiera tecnologica. Con l’obbligo dello smart working e della didattica a distanza, il mercato nazionale è stato preso d’assalto per l’acquisto di pc, soprattutto portatili. I conti sono presto fatti. Mamma e papà in smart working ed un paio di figli in DAD, hanno necessariamente bisogno di quattro pc. Poiché fino allo scorso marzo ragionevolmente in ogni casa c’era un solo pc, e neanche in tutte, ecco che all’improvviso è schizzata alle stelle la corsa al notebook. Ed oggi i produttori di pc e pezzi di ricambio non sono più in grado di soddisfare le richieste. La produzione in questo settore è in stand by fino al prossimo febbraio, quando la produzione in corso potrà essere immessa sul mercato di nuovo. Attualmente, persino le piattaforme mondiali dell’e-commerce offrono poco, e a prezzi sontuosi. In tempo di covid abbiamo registrato anche il risveglio del mercato dei prodotti locali, la nascita di nuove produzioni agricole legate all’innovazione come il progetto di un’azienda nazionale, leader ‘del pomodoro’. L’idea, in qualche modo, è anche “romantica”: catturare e mettere in bottiglia tutto il sapore e il profumo del pomodoro appena colto dalla pianta, proprio nel momento della maturazione perfetta. Portando lì, sul terreno, un intero impianto di lavorazione, concentrato nello spazio di “appena” 1000 metri quadri, quanto quattro autotreni. Come spesso accade con le idee “semplici”, fino a ieri sembrava un’impresa impossibile. Per di più in un settore dai dettami ben consolidati, come l’agricoltura, dove da più di trent’anni le cose si fanno sempre “in un certo modo”. “Sul campo” con il nuovo progetto che per la prima volta trasforma il pomodoro in passata lì dove viene coltivato, appena colto. Un sogno reso possibile grazie all’“instafactory”, rivoluzionario impianto mobile in grado di raggiungere e lavorare il pomodoro lì dove nasce e nel “suo” momento migliore. Meno di due ore (rispetto alle cinque di media) e dalla pianta si arriva ai contenitori asettici, con il raccolto che entra ed esce dall’impianto in venti minuti, pronto per essere imbottigliato in una Passata a edizione limitata, che proprio per la rapidità dei tempi di lavorazione (e lo “stress” da trasporto azzerato) mantiene tutte le proprietà organolettiche e, in tema di tracciabilità, porta con se’ anche la firma del campo di origine e le prime confezioni di Passata Sul campo debutteranno sugli scaffali dei supermercati a inizio 2021″. Guardando oltre il covid, non solo macerie. Oggi però siamo in corsa verso le festività con il pesante fardello del coronovirus ancora da debellare. Eugenio Guarascio, presidente di “Ecologia Oggi”, il quale consapevole della complessa situazione economico-imprenditoriale, in vista delle imminenti festività propone una soluzione nel solco dello spirito di solidarietà e condivisione. “Viste le numerose difficoltà del comparto industriale – afferma Guarascio in una nota ansa– credo che noi imprenditori dobbiamo cercare di fare uno sforzo in più per dare sostegno alle realtà più in crisi: possiamo organizzare un momento conviviale virtuale insieme ai nostri collaboratori per ringraziarli dello sforzo profuso in questo difficilissimo anno; possiamo incentivare l’acquisto di prodotti locali per valorizzare la naturale economia circolare; possiamo e dobbiamo adattarci e dare il nostro contributo propositivo e lungimirante, frutto della nostra migliore esperienza. Il momento della convivialità natalizia mancherà davvero a molti, ma questo è il tempo ideale per coltivare ancora e di più gli antichi valori del Natale, fondati sulla condivisione e la solidarietà. Questo dobbiamo portarci nel nuovo anno, al fine di non vanificare gli sforzi e le vere e proprie prove di resistenza affrontate in questo anno”.
Redazione
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