martedì, Aprile 16, 2024

Coronavirus, cresce il tasso di positività in Italia: a rischio la riapertura delle scuole il 7 gennaio

Il tasso di positività vola quasi al 18% e ora sulla ripartenza delle Regioni, dal 7 gennaio nuovamente divise in tre fasce, pesa l’andamento dei contagi. Crescono di pari passo le perplessità sul fronte della riapertura delle scuole: anche se l’avvio della didattica in presenza al 50% negli istituti resta al momento fissato al 7 gennaio, tra i governatori ci sono ancora molti dubbi. Tanto da spingere il presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini, a rimettere in discussione quella data: “credo sarebbe giusto che il governo nelle prossime ore ci riconvocasse e insieme prendessimo una decisione, in maniera molto laica”, dice. In vista di un nuovo decreto che supererà l’ultimo Dpcm in scadenza il 15, si guarda inoltre a cosa succederà nelle prossime settimane: il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha firmato l’ordinanza con cui si differisce la riapertura degli impianti sciistici al 18 gennaio. “Ora si può finalmente ripartire in sicurezza”, commentano soddisfatti gli assessori con delega allo sci delle Regioni e Province autonome dell’arco alpino e dell’Abruzzo. E qualche spiraglio si apre sulle palestre con la proposta della coordinatrice dello Sport delle Regioni, Tiziana Gibelli, che ipotizza la ripartenza dal 15 gennaio sotto la garanzia di regole rigide. La collocazione dei territori nelle varie zone – gialla, arancione o rossa – sarà invece decisa già in seguito al monitoraggio che arriverà nella prima metà della prossima settimana. A rischiare la zona rossa per ora sono soprattutto Veneto, Liguria e Calabria, ma anche Puglia, Basilicata e Lombardia. Altri indicatori d’allerta riguardano Friuli Venezia Giulia, Valle d’Aosta, Piemonte, Provincia autonoma di Trento ed Emilia Romagna, che hanno una probabilità superiore del 50% di superare la soglia critica di occupazione dei posti letto in area medica in 30 giorni, mentre per Lombardia, Trento e Veneto lo stesso discorso vale per le terapie intensive.
Redazione
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