mercoledì, Aprile 24, 2024

Verso le amministrative del 2022: tuffo nel passato per guardare al futuro

Cerveteri stretta tra il respiro corto del perimetro della piazza e le dimensioni di una città con 40 mila residenti. Intervista esclusiva a Sergio Marini, importante esponente moderato del centrosinistra

di Alberto Sava
Pascucci nel 2012 divenne sindaco promettendo un cambio di passo culturale a Cerveteri. Una vera manna dal cielo per gli oltre 36 mila nuovi residenti, sempre esclusi dalle stanze delle scelte di governo della città. Moltissimi credettero che gli slogan elettorali di inclusione e collegialità significassero la fine del sistema del ‘votarello’ e della gestione del paese con il respiro corto del perimetro della piazza. Niente di tutto questo. Il cambio di passo c’è stato ma solo nella comunicazione ufficiale, fatta di lanci di slogan a tema, roba mai vista prima a Cerveteri. Nella ricerca affannosa di un ruolo nazionale, fin dall’inizio del suo primo mandato il giovanissimo sindaco, riccioli, bretelle e scarpe da tennis, girava da un talk show all’altro nelle reti nazionali tv. Tra la fuffa del ‘consideratelo già fatto’ e l’ordinaria amministrazione spacciata per altro, Cerveteri è entrata nel ‘frullatore quattro stagioni’ di eventi ludici e canori, nella Necropoli debuttano lavori teatrali e monologhi. Ed ancora. Mobilita l’associazionismo e schiere di ‘giro, faccio cose, incontro gente’ propongono idee e progetti eco-sostenibili, eco-solidali, eco-culturali, campagne di solidarietà solidale, tavole rotonde, mostre proiezioni e tanto altro ancora. Anche questo tutta roba mai vista prima nella Cerveteri ferma alla Sagra dell’Uva format metà ‘900, decennio della bonifica. Nel 2017, nonostante fosse chiaro che Pascucci non avesse una visione della gestione amministrativa della città, rivince le elezioni per demerito degli avversari. Ancora oggi l’alternativa è nel porto delle nebbie, ma del futuro scenario di piazza Risorgimento avremo tempo di occuparcene. Nel 2021 Cerveteri è una città depressa che arranca a luci ‘mortaccine’ e disordinatamente. Dal 2012, tante le accuse contro le Amministrazioni del passato e tante le promesse di crescita futura. Ed allora facciamo un tuffo nel tempo per incontrare un importante protagonista della politica locale. Abbiamo intervistato Sergio Marini, esponente moderato del centrosinistra, il quale vanta un curriculum politico di assoluto prestigio, tanto quanto lo spessore degli incarichi amministrativi che ha ricoperto negli anni trascorsi nel palazzetto di piazza Risorgimento.
Tranne sindaco, lei ha ricoperto tutte le cariche istituzionali possibili in un Comune. Quali le differenza tra la politica di eri e oggi?
“Le differenze sono sostanziali, ma non solo a Cerveteri anche a livello superiore. Prima c’erano partiti forti, organizzati, radicati fortemente nella società a tutti i livelli. C’erano soprattutto politici di alto profilo culturale e professionale. Anche a Cerveteri ci sono stati importanti amministratori che hanno lasciato il segno, primi fra tutti Nando Santangelo e Giorgio Angelucci, Franca Sirocchi e Neno Marini, Ezio Muroni e Stefania Pietroforte, Bruno Costantini, Filippo Morini e Franco Boffi, Umberto Badini e Lamberto Ramazzotti, l’unico ancora in attività. C’era la passione, l’orgoglio e la volontà di risolvere e amministrare al meglio la società, al di la dei rispettivi ruoli di maggioranza o di opposizione. Poi nel tempo sono cambiati gli attori della politica, hanno cominciato a imperversare battaglie personalistiche e sociali, ma soprattutto ha preso piede il populismo più becero. Una stagione buia da cui non siamo ancora usciti, alimentata anche da una certa cerchia di professionisti che hanno pensato bene di sollecitare la pancia dei cittadini attraverso una profonda denigrazione e delegittimazione della politica e delle istituzioni, a partire da “mani pulite” e dall’uso distorto e politico della magistratura. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: la società si è incattivita e gli attacchi alla politica e alle istituzioni sono diventati lo sport nazionale, l’esercizio quotidiano di odiatori di professione che pensano di sfogare così, nell’anonimato dei social, tutte le loro frustrazioni, i loro fallimenti, le loro difficoltà esistenziali”.
Negli anni ’70 e ’80 Cerveteri si sviluppava a cresceva, poi il declino fino alla depressione comparsa da anni. Perché?
“In questi ultimi 20 anni abbiamo visto all’opera larghissime coalizioni, in cui si è incluso tutto e il contrario di tutto pur di riuscire a vincere le elezioni. L’altra faccia della medaglia è stata il fatto che l’eccessiva disomogeneità delle compagini di governo ha prodotto immobilismo o commissariamenti anticipati. La strategia dei carrozzoni, o delle accozzaglie, ha consentito a qualcuno di conquistare il potere, ma non ha funzionato dal punto di vista amministrativo. A farne le spese sono stati i cittadini che hanno subito anni di non governo. Penso che competenza e omogeneità di intenti siano ingredienti indispensabili per raggiungere obiettivi ambiziosi, ancor più in periodi di crisi e bilanci stretti”.
Necropoli, una piscina comunale, un cinema alla Boccetta, la Zona Artigianale, la Zona Commerciale, la Spiaggia e le aree a ridosso del mare attrezzate ed organizzate ecc. Tante promesse, pochi fatti e tanta fuffa. Cosa paralizza Cerveteri?
“La mia impressione è che oggi la politica si affidi troppo alla propaganda populista e non ascolti le reali esigenze del territorio e delle sue realtà produttive e imprenditoriali. Così accade che ti spingi a promettere un cinema ma non trovi nessuno che ci investa dei soldi, mentre non realizzi una zona artigianale che invece avrebbe interessato molti imprenditori del territorio, oppure il tentativo di progettare un nuovo cimitero lungo la strada per Due Casette, in un’area precaria, inopportuna e di fatto impossibile da realizzare”.
Cerveteri: dall’economia alla cultura, cosa serve per un cambio di passo?
“Serve una cosa sola: una classe politica all’altezza delle sfide che impone questo tempo, con idee chiare e unità di intenti, con l’umiltà necessaria per cogliere le reali esigenze del territorio e le competenze per esaltarne le potenzialità. Non c’è da inventarsi chissà che: la nostra città potrebbe tornare a splendere se decidesse di occuparsi di nuovo dei suoi punti di forza, ossia i settori dell’agricoltura, del turismo, dell’edilizia e dell’artigianato, coniugando la difesa dell’ambiente con le esigenze occupazionali dei lavoratori e delle nuove generazioni”.
Lei è stato un importante esponente del Pci, Pds, Ds e Pd. Cosa e come è cambiato il partito politico italiano più organizzato e strutturato nel territorio?
“Premetto che io oggi sono iscritto a Italia Viva, il partito di Matteo Renzi, e quindi non è opportuno che metta il naso in casa di altri, ci sta pensando il Commissario Marco Pierini e gli auguro di riuscirci. Però interpretando la domanda in senso più generale, al di là del caso specifico del circolo di Cerveteri, quale sia lo stato di salute del mio ex partito è piuttosto evidente. Il Partito Democratico doveva essere il punto di incontro tra culture politiche diverse, la sintesi di una terza via, progressista e riformista, di altissimo profilo politico e culturale. E invece il progetto è presto naufragato, fagocitato dalle dinamiche fratricide di fazioni personalistiche contrapposte (correnti). Ricordo ancora un ordine del giorno, una sorta di auto-denuncia, approvato dall’assemblea del Pd regionale nel 2014: “tutti o quasi i dirigenti del Pd denunciano come uno dei suoi principali limiti la sua strutturazione in filiere rigide, alle volte definite sulla base di posizioni nazionali, più spesso come aggregazioni attorno ad eletti in Parlamento o nei Consigli regionali. Tutti denunciano una situazione che poi tutti contribuiscono, più o meno, a creare. Troppo spesso, in nome di una presunta “ragione di Partito”, si chiudono gli occhi di fronte a comportamenti che poi sviliscono il senso della partecipazione a una comunità democratica”. Oggi lo scopre pure Nicola Zingaretti: “Nel partito si parla solo di poltrone, mi vergogno”. E se lo dice lui. È davvero un peccato però: una volta il “partito” era una cosa seria”.

Tutta la vita politica dedicata ai valori del al centrosinistra

Sergio Marini, nato a Roma nel 1949, vive a Cerveteri dove ha trascorso gran parte della sua esistenza. E spostato ed ha due figli, è stato un funzionario della Regione Lazio con funzioni direzionali di staff. Alla sua vita professionale ha affiancato l’impegno e la passione per la politica. Oggi è pensionato regionale, ma mantiene sempre viva la passione per la politica. Alla fine degli anni ’60 si iscrive al vecchio PCI e solo molto recentemente ha aderito ad Italia viva, ma è al Pd che nel tempo ha dedicato impegno e passione. Di seguito il curriculum dimostra quanto della sua vita ha speso per i valori del Pci, Pds, Ds, PD e per il Comune di Cerveteri.
Dal 1969 -1972 è segretario dei giovani comunisti di Cerveteri
1970-1972 componente segreteria della F.G.C.I. di Roma e provincia
1973-1981 componente segreteria sezioni PCI di Cerveteri
1982-1988 segretario della sezione PCI di Cerveteri
1984-1988 componente direttivo Federazione PCI di Civitavecchia
1995-2000 componente segreteria dell’assessore Economia e Finanze della Regione Lazio, Angiolo Marroni
1989-2010 componente del Direttivo della sezione Pds, Ds, Pd
Nel 1998 è candidato DS alle elezioni provinciali di Roma
Nel 2010 è responsabile campagna elettorale regionale di Carlo Lucherini
2010-2011 nominato vice segretario del circolo PD di Cerveteri
2011-2019 è tesoriere del Partito Democratico della provincia di Roma
2013-2019 Componente del direttivo del circolo PD fi Cerveteri
COMUNE DI CERVETERI:
1983-1985 eletto consigliere comunale del PCI
1983-1985 nominato assessore con deleghe al Commercio, Agricoltura e Artigianato
1989-1991 eletto consigliere comunale del Pds, nominato capogruppo con delega agli Usi Civici
1991-1996 eletto comunale PDS, nominato capogruppo Pds e componente della Commissione Bilancio, Patrimonio e Programmazione Economica
1997-1998 eletto consigliere comunale Pds assume la carica di Presidente del Consiglio comunale
1999-2002 eletto consigliere comunale e nominato Cspo Gruppo e componente Commissione Urbanistica
2003-2005 eletto consigliere comunale e dopo le dimissioni entra in Giunta con delega di vice-sindaco e Commissione Urbanistica
Redazione
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