mercoledì, Aprile 24, 2024

Palude di Torre Flavia: “Oasi della fuffa”

A Campo di Mare tavoli e panche da pic-nic nell’area per la salvaguardia del Fratino. Il M5S ceretano: “Sono interventi dal sapore di propaganda. E’ ora di attuare una strategia di salvaguardia nel tempo”

di Alberto Sava
Il sindaco di Cerveteri, incurante delle critiche quotidiane sul degrado ambientale di Cerveteri e frazioni, non perde occasione per sventolare il suo ‘gagliardetto’ ideologico nel comunicare l’attenzione dell’amministrazione verso la Palude di Torre Flavia. Prima invio di eco-comunicati stampa in cui si annuncia che recintano l’area dell’ultimo tratto del litorale di Campo di Mare destinato a parcheggio libero, perché area protetta di nidificazione di uccelli rari, con tanto di sentieri obbligati e cartelli esplicativi sulla presenza di nidi di volatili migratori e poi l’annuncio che all’interno dello stesso “tempio naturalistico” attrezzano un’area apparentemente destinata a pic-nic con tanto di tavoli e panche a disposizione dei fagottari della domenica, sulla cui sensibilità per l’ambiente abbiamo doverose riserve. Ed ancora. Non compaiono servizi, non si vedono cestini per raccolta rifiuti per non parlare del possibile rischio sicurezza per gli animali protetti. ed ultimo. Quest’anno per la Palude di Torre Flavia si celebra un compleanno importante e dal Movimento Cinque Stelle ceretano riceviamo e pubblichiamo una nota, che conferma l’impegno dei grillini verso l’ambiente e nel contempo sollevano critiche verso la ‘sinusoide naturalistica’ di Alessio Pascucci. “La Palude di Torre Flavia, Oasi protetta, Monumento naturale, ha appena compiuto 24 anni. In tutto questo tempo molto è stato fatto per preservare e valorizzare la Palude (gestita dalla Città Metropolitana di Roma Capitale) che, con la sua spiaggia, costituisce un ecosistema di estrema importanza, oltre che essere un’area di nidificazione e svernamento per specie protette e a rischio di estinzione. Molto è stato fatto ma moltissimo resta ancora da fare per accrescere la consapevolezza che la Palude è un luogo dagli equilibri fragilissimi. Un sito che necessita di interventi continui rivolti ad una maggiore tutela e protezione oltre, soprattutto, a un migliore coordinamento tra enti ed associazioni sul territorio, che devono rendersi conto che il patrimonio è allo stesso livello della Necropoli Etrusca, per tutti. Proprio in tale ottica, viene da chiedersi: quali sono i progetti futuri dell’amministrazione comunale di Cerveteri in merito alla conservazione dell’habitat paludare? Leggiamo sulla stampa locale che alcuni “ambientalisti” sarebbero entusiasti per il recente posizionamento di panchine e tavoli da pic-nic all’ingresso nord dell’Oasi, nell’area ex Zelio a Campo di Mare per intenderci, donati da ARSIAL e collocati con la collaborazione del comune caerite. Resta incomprensibile per noi in quale ottica ambientalista possa ritenersi opportuna questa scelta, che incentiva comportamenti non in sintonia con le caratteristiche dell’area protetta, incoraggiandone la fruizione di massa. Ancora, ci domandiamo con quale sensibilità ambientale si sia destinato a parcheggio libero lo spazio confinante, incrementando ancora di più il traffico di veicoli, già intenso nella buona stagione, e la sosta di fatto di molti camper (non regolamentata e senza servizi). Rileviamo inoltre che da mesi, nei pressi dell’ingresso nord come su tutto il Lungomare, non sono più disponibili i contenitori per i rifiuti né viene effettuato alcun servizio regolare di raccolta. Quindi sono queste le idee della giunta “ambientalista” di Cerveteri per preservare uno tra i suoi gioielli naturalistici? Predisporre una zona pic-nic all’entrata, al confine con un parcheggio, senza servizi e senza controlli? Per non parlare del rischio legato al progetto di far passare una pista ciclabile all’interno dell’Oasi, presentato con orgoglio mesi fa da questa amministrazione congiuntamente con quella di Ladispoli. Un rischio scongiurato, grazie anche al grande lavoro del nostro portavoce Alessandro Magnani che ha coordinato gli incontri con Città Metropolitana. È stata infatti accolta la nostra proposta di spostare il tracciato della pista ciclabile su via del Bagolaro, una strada già presente e con la stessa funzione di raccordo tra Cerveteri e Ladispoli, ma meno impattante sul sito protetto. A dimostrazione, una volta di più, di voler contrastare questo ambientalismo di facciata, praticato da chi finge di non comprendere che ogni azione che interessi l’Oasi deve tener conto di essenziali equilibri eco-sistemici da preservare. Per fortuna, alcune iniziative “scellerate” che hanno il placet del comune di Cerveteri, come fu per quella della pompa di benzina poco più di un anno fa, devono passare attraverso il filtro di enti sovraordinati, che a volte riescono a impedire danni irreparabili. La nostra posizione oggi è più incisiva ed anticipiamo fin d’ora che faremo di tutto per non permettere ad altri Jova Beach Party o “Eco” festival di aggirare e poi infrangere le leggi sulla salvaguardia dell’area. Non vogliamo essere polemici ad ogni costo e abbiamo a cuore almeno quanto gli altri la valorizzazione della zona. Però questi tentativi maldestri di incremento turistico hanno il sapore della propaganda e sono veleno per l’Oasi, come lo sono stati i mega eventi degli anni scorsi, fatti passare con una pianificazione impacchettata, come se fossero a tutto vantaggio del territorio, senza citarne le dannose conseguenze. Secondo noi è invece tempo di pensare finalmente ad una strategia a lungo termine per la salvaguardia di questo patrimonio culturale e naturale dall’immenso valore ambientale, magari ascoltando anche le proposte che pervengono dalle associazioni che operano a Torre Flavia e le voci dei volontari, i quali giorno dopo giorno mantengono viva l’Oasi, tra mille difficoltà e senza alcun sostegno economico. Il Comune di Cerveteri, la Regione Lazio e la Città Metropolitana di Roma Capitale dovrebbero coordinarsi e organizzarsi, ad esempio: per le attività del Campo Fratino e per preservare i siti di nidificazione; per completare la bonifica, sbandierata come un successo dall’amministrazione Pascucci, dell’area dove sorgeva lo stabilimento Zelio, in realtà ancora sfigurata dai resti di quell’abusivismo dilaniante; per attivare programmi di educazione ambientale, con i quali accrescere la conoscenza e la consapevolezza civica su questo bene comune. Un bene comune, patrimonio di tutti, da far conoscere, da preservare e da valorizzare, non da sfruttare. L’Oasi ha compiuto 24 anni, ma oggi più che mai ha bisogno di cittadini consapevoli. Per salvaguardare la sua fauna e il suo habitat, protetti sia a livello nazionale che internazionale, oggetto di una perimetrazione troppo antropizzata, che ne ha impedito lo sviluppo da nord a sud e senza la quale oggi avremo avuto un posto simile a quei paradisi che andiamo cercando altrove, quando potremmo averli a casa nostra. Difenderemo quel piccolo paradiso con tutte le nostre forze e, come tutti i giorni, lo ringraziamo di esistere”
Redazione
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