giovedì, Aprile 25, 2024

Franco Battiato, analisi di un compositore unico nel panorama italiano: dalla sperimentazione all’avanguardia sino alla canzone pop

di Alessandro Ceccarelli
Per oltre mezzo secolo la carriera di Franco Battiato è stata sempre all’insegna della ricerca, della sperimentazione e della fusione tra i più disparati linguaggi musicali. Attivo dalla seconda metà degli anni ’60 come autore di canzoni per artisti di musica leggera, si è poi imposto come autore di musica elettronica e prima di raggiungere il grande successo con “La voce del padrone”, si cimentò anche con la musica classica contemporanea pubblicando dischi come “Juke Box” e “L’Egitto prima delle sabbie” che vinse addirittura il Premio Stockhausen. Nel corso degli ultimi tre decenni Battiato ha alternato raffinate produzioni pop, opere ‘colte’, colonne sonore e originali cover di artisti italiani e stranieri. Il percorso artistico, concettuale e spirituale del compositore catanese è senza precedenti nel panorama musicale italiano ed è tra i più significativi a livello europeo. E’ stato il primo musicista occidentale ad esibirsi in Iraq il 4 dicembre del 1992. Oltre alla musica, anche i testi riflettono i suoi molteplici interessi, tra i quali l’esoterismo, la teoretica filosofica, la mistica sufi e la meditazione orientale. All’inizio degli anni ’70, il giovane Franco Battiato, alla perenne ricerca di una propria e originale identità musicale, dopo aver ottenuto un discreto successo come autore di canzoni pop melodiche, stupì il mercato discografico con “Fetus” e “Pollution”, due album che fecero di lui l’esponente di punta dell’avanguardia elettronica e della musica sperimentale. Il musicista siciliano aveva studiato la musica di Brian Eno, dei Tangerine Dream, dei Magma e quella di John Cale. I suoi primi dischi erano la risposta italiana a quella cultura europea che aveva rivoluzionato il linguaggio sonoro con l’impiego di strumenti elettronici come i sintetizzatori e i sequencer. Con i successivi “Sulle corde di Aries”, e “Clic”  le ambizioni di Battiato aumentano in maniera esponenziale. Il tastierista siciliano si avvicinò addirittura a Karl Heinz Stockhausen, uno dei più importanti compositori del XX secolo, maestro assoluto dell’avanguardia elettronica e della musica concreta. Battiato si converte a una forma d’avanguardia persino più intellettuale e intimista. Battiato è stato certamente uno dei nomi più famosi della musica italiana, ha una lunga consuetudine con i piani alti delle classifiche e alcuni dei suoi brani sono entrati ormai nella storia del costume, ma negli anni ’70 produceva album sperimentali che hanno fatto scoprire all’Italia le risorse della musica elettronica e le concezioni più avanzate del rock di quelle stagioni e le contaminazioni con i grandi autori di musica contemporanea. In quegli anni capitava che il pubblico reagisse in modo a dir poco vivace alle sue performance volutamente ai limiti della provocazione sonora con il sintetizzatore VCS-3. Queste esperienze e questo tipo di approccio hanno ispirato uno dei suoi ultimi album, il Joe Patti’s Experimental Group, che e’ stato portato in tour di fronte a un pubblico molto più preparato di quello di 40 anni fa. Del suo grande successo commerciale parlava con la sua magistrale ironia e il suo proverbiale e sofisticato sense of humour senza per altro nascondere un certo imbarazzo. In realta’ Franco Battiato è stato uno studioso dagli orizzonti amplissimi che sa praticare l’arte della canzone pop ma che, grazie alla sua cultura dai vasti orizzonti, usa linguaggi e riferimenti diversissimi, sia in campo musicale che in altre forme di espressione artistica, come il cinema, la pittura, l’opera. Cosi’ come e’ stato un precursore della musica elettronica, Battiato, che da molto tempo praticava quotidianamente la meditazione, era un cultore di musica classica e sinfonica che nei suoi racconti sembra essere praticamente l’unica musica che ascoltava.
Redazione
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