mercoledì, Maggio 8, 2024

Afghanistan, le preoccupazioni del ministro Di Maio: “Il governo con un premier nella lista dei terroristi e un ministro dell’Interno ricercato dall’Fbi è evidente che non è un buon segnale per la comunità internazionale”

In Afghanistan “questo governo, con un premier nella lista dei terroristi e un ministro dell’Interno ricercato dall’Fbi, è evidente che non è un buon segnale per la comunità internazionale, anzi sono dei pessimi segnali”. Il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, commenta così la formzazione del nuovo governo annunciato dai Talebani, dove i ministeri più importanti sono andati ad appannaggio di jihadisti e terroristi, alcuni di questi ricercati dall’Fbi, senza nessun posto per le donne. Poche, invece, le reazioni politiche italiane: per il Partito democratico la composizione del governo talebano “sgombera il campo da ogni illusione”. I talebani, sottolinea Lia Quartapelle, responsabile Affari internazionali del partito – non sono cambiati: terroristi e fondamentalisti di stato”.
Italia viva chiede se “c’è ancora qualcuno che vede segnali distensivi da parte dei talebani? L’appena designato prima ministro, Mohammad Hassan Akhund, figura nella lista dell’Onu di persone indicate come “terroristi o associati a terroristi”, mentre nel suo curriculum il ministro dell’interno, Sirajuddin Haqqani, vanta una taglia da 5 milioni di dollari da parte dell’FBI per le sue attività terroristiche come leader di una rete di milizie vicina alla famigerata Al Qaida. Che altro aggiungere?”, osserva il presidente di Iv Ettore Rosato.
Per il leghista Roberto Calderoli, invece, “dai Talebani è arrivata la risposta più eloquente a chi, come l’avvocato Giuseppe Conte, sostiene che con questi taglia gole bisogna dialogare. Nel loro governo di democratici e innovatori hanno messo alla Difesa il figlio del Mullah Omar, ovvero il braccio destro di Osama bin Laden, e all’Interno uno dei loro leader più fanatici, Serajuddin Haqqani, peraltro ricercato dal Fbi. Ecco con chi vorrebbe dialogare Conte”, conclude il vice presidente del Senato.
Redazione
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