martedì, Maggio 7, 2024

“Caso Djokovich”, parlano i legali del tennista: “Avendo avuto il Covid lo scorso dicembre ha il diritto all’esenzione del vaccino”

Ilegali di Novak Djokovic hanno sostenuto che il tennista serbo avesse diritto all’esenzione dall’obbligo vaccinale per entrare in Australia in quanto aveva contratto il Covid-19 lo scorso dicembre. “La data della registrazione del primo test Covid positivo è il 16 dicembre 2021”, si legge nella documentazione fornita dagli avvocati al tribunale che lunedì prossimo deciderà se revocare l’annullamento del visto di Djokovic. La tennista ceca Renata Voracova ha affermato di essere stata rinchiusa nello stesso centro di Djokovic dopo che le è stato revocato il visto. “Mi portano da mangiare e c’è una guardia in corridoio. Tutto è razionato. Mi sento un po’ come in una prigione”, ha spiegato la 38enne in un’intervista ai giornali cechi DNES e Sport. Il suo caso ha spinto il ministero degli Esteri ceco a protestare con quello australiano. Ieri Novak Djokovic ha ringraziato in un messaggio su Internet per il sostegno che “in tutto il mondo” sta ricevendo dopo essere stato chiuso in un centro di detenzione a Melbourne, in attesa di essere espulso per aver cercato di entrare nel Paese senza essere vaccinato. “Grazie alla mia famiglia, ai miei amici, alla Serbia e a tutte le brave persone in tutto il mondo che mi hanno inviato il loro sostegno. Grazie a Dio per la salute”, ha scritto in un messaggio in serbo. Quel supporto, “lo sento ed è molto apprezzato”, scrive anche in inglese. Il tennista numero uno al mondo augura un Buon Natale anche agli ortodossi, che hanno trascorso il venerdì in un centro di preghiera a Melbourne, dove il 17 gennaio inizieranno gli Australian Open, il primo torneo del Grande Slam del 2022. Il padre di Novak, Srdjan Djokovic, ha chiesto un altro giorno di proteste a Belgrado. “Mio figlio è in prigione da tre giorni. E’ il miglior atleta del mondo. Non ha violato nessuna legge di quel paese”, ha detto alla stampa. Il tennista non sarà espulso prima di lunedì, data di una nuova udienza davanti a un giudice di Melbourne. Sfidando la pioggia, 50 persone – tra cui appassionati di tennis, no-vax e difensori dei diritti dei migranti – si sono radunate fuori dal centro di detenzione di Melbourne. Il centro di accoglienza, situato nell’ex Park Hotel, ospita 32 rifugiati e richiedenti asilo, intrappolati nel rigido sistema migratorio australiano. L’Australia consente a malapena agli stranieri di entrare nel suo territorio e i pochi con permesso devono presentare la prova di una vaccinazione completa o di un’esenzione medica. Il serbo aveva ottenuto una deroga medica dagli organizzatori della competizione, ma le sue esigenze sono leggermente  diverse. Ad esempio, una recente infezione da covid permette di giocare il torneo ma non di entrare nel Paese. Venerdì, il ministro degli interni australiano Karen Andrews ha negato che Djokovic fosse trattenuto e ha rivelato che altre due persone della delegazione del torneo erano indagate, senza specificare se fossero giocatori o allenatori. “Djokovic non è tenuto prigioniero in Australia. E’ libero di andarsene quando vuole e le forze di frontiera gli renderanno le cose facili”, ha detto. Il patron della federazione australiana di tennis, Craig Tiley, ha elogiato il “lavoro incredibile” della sua squadra dopo i problemi di visto incontrati da Novak Djokovic, in un video privato pubblicato dal quotidiano di Sydney Daily Telegraph. “Ci sono molte dita puntate e molte colpe, ma posso assicurarvi che il nostro team ha fatto un lavoro incredibile”, dice Tiley rivolgendosi alla telecamera in un video destinato alla comunicazione interna ma reso pubblico dal sito web del quotidiano australiano. “Purtroppo negli ultimi due giorni c’è stato un caso che ha coinvolto due giocatori, Novak in particolare”, ha detto Tiley nel video. “Comprendiamo la situazione attuale e stiamo lavorando a stretto contatto con Novak e il suo team, nonché con altre persone e il loro team ch esi trovano in questa situazione”, aggiunge. Il responsabile di Tennis Australia spiega che la federazione aveva scelto di non affrontare pubblicamente la questione a causa del ricorso presentato da Djokovic. Ma Tiley assicura che il suo team ha fatto “tutto ciò che poteva fare secondo tutte le istruzioni fornite loro”. La federazione di tennis ospite degli Australian Open è stata accusata di aver fuorviato i giocatori sugli obblighi di vaccinazione contro il Covid-19 per entrare nel Paese. In una nota inviata ai giocatori e pubblicata da diversi media australiani, l’organizzazione ha assicurato che una persona che ha recentemente contratto il Covid potrebbe beneficiare di un’esenzione dall’obbligo di vaccinarsi completamente. Il governo australiano, tuttavia, ha chiarito che questa disposizione è valida solo per i residenti australiani, non per i cittadini stranieri che desiderano entrare nel Paese.
Redazione
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