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Covid, in Italia le terapia intensive sono occupate al 17 per cento in flessione in sei regioni

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Un reparto di terapia intensiva per pazienti Covid
L’occupazione dei posti letto di terapia intensiva, a livello nazionale, da parte di pazienti Covid nei reparti di rianimazione è da due giorni ‘ferma’ al 17%, nelle 24 ore – secondo gli ultimi dati dell’Agenzia per i servizi sanitari regionali (Agenas), aggiornati a ieri sera – sale in 5 regioni ma scende in altre 6. In particolare segnano 1 punto percentuale in più Basilicata (al 6%), Emilia Romagna (17%), Friuli Venezia Giulia ( 22%), mentre sale di 2 punti l’occupazione di posti letto intensivi in Molise (5%) e Piemonte (25%). In discesa, sempre di 1 punto percentuale: Calabria (16%), Campania (12%), Liguria (18%), provincia di Bolzano (18%) e Veneto (16%). Scende invece di 2 punti l’Umbria (al 9%). Al momento la percentuale di occupazione più alta si registra nella provincia autonoma di Trento al 26%, la più bassa – nonostante l’incremento nelle 24 ore – in Molise al 5%. Per quanto riguarda l’occupazione media nei reparti di area non critica degli ospedali, a livello nazionale è stabile al 30% da 6 giorni (18 gennaio), mentre cresce nelle 24 ore in 11 regioni e province autonome. Nel dettaglio, si registra l’aumento di 1 punto percentuale in Abruzzo e Campania che raggiungono il 31%; Emilia Romagna al 28%; Lazio al 31%; Liguria al 41%; provincia di Bolzano al 21%; provincia di Trento al 27%; Sardegna al 18%; Sicilia al 38%; Valle d’Aosta al 53%. Il Friuli Venezia Giulia registra un aumento di 2 punti percentuali attestandosi al 35%. Le regioni che registrano un calo, di 1 punto percentuale, sono tre: la Lombardia (al 32%), le Marche (al 28%) e la Toscana (al 26%). Tutte le altre restano stabili. La regione con la percentuale più alta di occupazione resta la Valle d’Aosta (53%), quella più bassa il Molise al 10%.

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