Home Primo piano Esteri Crisi in Ucraina, per la Cina “Le preoccupazioni russe non vanno sottovalutate”

Crisi in Ucraina, per la Cina “Le preoccupazioni russe non vanno sottovalutate”

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Il ministro degli Esteri cinese Wang Yi
È un negoziato definito “non semplice” quello che si sta tentando di mediare tra Russia e Ucraina. I colloqui di ieri a Parigi si sono chiusi con un nulla di fatto, ed è stato ribadito che gli accordi di Minsk restano “la base del lavoro”. Le discussioni con la mediazione franco-tedesca continueranno fra due settimane a Berlino. Intanto in un colloquio telefonico, il ministro degli Esteri cinese Wang Yi ha invitato il segretario di Stato statunitense Antony Blinken a “prendere sul serio” le “ragionevoli preoccupazioni della Russia in materia di sicurezza”. Intanto un soldato della Guardia Nazionale in Ucraina ha aperto il fuoco contro altri militari in una fabbrica aerospaziale, uccidendone cinque e ferendone altri cinque, prima di darsi alla fuga. La Cina ritiene che “per risolvere” la questione della crisi in Ucraina sia necessario “tornare ancora al punto originale del Nuovo accordo di Minsk”, mentre “tutte le parti dovrebbero abbandonare completamente la mentalità della Guerra Fredda e formare un meccanismo di sicurezza europeo equilibrato, efficace e sostenibile attraverso negoziati”. Wang, secondo una nota diffusa dal ministero degli Esteri cinese, ha rimandato all’accordo di Minsk “approvato dal Consiglio di sicurezza dell’Onu”, che “è un documento politico fondamentale riconosciuto da tutte le parti e dovrebbe essere attuato efficacemente”. Il ministro ha affermato, nel colloquio avuto questa mattina, che la sicurezza di un Paese “non può essere a scapito di quella di altri” e che “la sicurezza regionale non può essere garantita rafforzando o addirittura espandendo i blocchi militari”. La Cina, inoltre, chiede “a tutte le parti di mantenere la calma e di astenersi dal fare cose che stimolino la tensione e promuovano la crisi”. Ieri si è tenuto a Parigi il cosiddetto vertice “Formato Normandia”, il primo confronto dopo oltre due anni, sebbene solo a livello di consiglieri politici, tra Russia, Ucraina, Francia e Germania. La giornata è stata caratterizzata da scontri verbali e un negoziato “non semplice”. Gli Stati Uniti, ha detto il vice segretario di Stato Wendy Sherman, pensano che la Russia possa aggredire militarmente l’Ucraina “forse” entro la metà di febbraio, e l’ambasciata americana a Kiev ha esortato i connazionali a “considerare di partire subito” dal Paese. Il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov, parlando davanti alla Duma, ha accusato l’Occidente di essere entrato in uno stato di “frenesia militarista”, di lasciarsi andare a “dichiarazioni isteriche” e di voler spingere l’Ucraina ad un passo falso come un attacco alle regioni orientali controllate da milizie indipendentiste filo-russe per scatenare una guerra. “Siamo pronti a tutto – ha avvertito il capo della diplomazia russa -. Noi non abbiamo mai attaccato nessuno, siamo sempre stati noi ad essere attaccati, e quelli che l’hanno fatto non se la sono cavata”. Mentre il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha respinto le minacce americane di sanzioni dirette al presidente Vladimir Putin affermando che sarebbero “distruttive” per le relazioni tra Mosca e l’Occidente.

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