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Covid, per il virologo Fauci: “La curva dei contagi da covid è incoraggiante ma bisogna essere pronti a reagire perché non possiamo prevedere le mutazioni del virus”

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Il virologo statunitense Anthony Fauci
La curva dei contagi da covid è “incoraggiante ma bisogna essere pronti a reagire perché non possiamo prevedere le mutazioni del virus”. Lo dice a La Stampa il consigliere di Biden sulla sanità Anthony Fauci, secondo cui “stiamo andando nella giusta direzione, ma la strada non è ancora segnata in maniera netta. Sono incoraggiato da quello che vedo e dai dati che riceviamo. Scendono le ospedalizzazioni, i casi calano. Ogni indicatore è buono: il rapporto fra contagi e persone ricoverate è basso, sempre meno pazienti devono ricorrere ai macchinari di ventilazione o alle terapie intensive. Persino la durata dei ricoveri è calata. Se restiamo in questa dimensione e con la presenza di Omicron, direi che la direzione è quella giusta. Tuttavia, non voglio e non posso essere troppo fiducioso“. “Ho tratteggiato uno scenario legato alla predominanza di Omicron e alla coda della Delta – spiega il capo del National Institute of Allergy e Infectious Disease – ma la direzione del virus è imprevedibile, è possibile che una nuova variante emerga e quindi in definitiva non credo sia appropriato dire che siamo alla fine. Ma ripeto, gli indicatori oggi sono buoni e la direzione è quella giusta. Togliere le restrizioni però deve andare di pari passo con le pratiche che consentono di mitigare la diffusione del virus: sarebbe più facile ritornare alla normalità se ci fossero più persone vaccinate. I dati confermano che i vaccini e in particolar modo associati al booster hanno un impatto decisivo nel limitare il numero di ospedalizzazioni e la mortalità. Chi non è vaccinato rischia molto di più di finire ricoverato rispetto a chi ha le dosi consigliate. Se vogliamo il ripristino della normalità perduta, insistere sulle inoculazioni resta la strada maestra. Se il virus diventa meno aggressivo, anche le forme gravi di malattia diminuiscono ed è questa in fondo la condizione che consentirà ai Paesi di avere meno restrizioni”.

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