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mercoledì, Maggio 29, 2024

Afghanistan, allarme di Save the Children: nel Paese oltre un milione di bambini costretti a lavorare

Dopo anni di guerra, paura e sofferenza, dallo scorso agosto le condizioni dei bambini in Afghanistan sono ulteriormente peggiorate. Due milioni di minori già soffrivano di malnutrizione e nel giro di poche settimane centinaia di migliaia di loro sono stati costretti anche a fuggire dalle loro case. Un sondaggio di Save the Children condotto su 1.400 famiglie in sette province dell’Afghanistan ha rilevato che, dal crollo dell’ex governo e dalla transizione del potere lo scorso agosto, l’82 per cento di esse ha perso il reddito e il 18 per cento ha dichiarato di non avere altra scelta che mandare i propri figli a lavorare. Negli ultimi sei mesi, circa un quinto delle famiglie in Afghanistan è stato costretto a mandare i propri figli a lavorare e sono circa un milione i bambini ora coinvolti nel lavoro minorile. Oggi la situazione è gravissima. 5 milioni di bambini sono sull’orlo della carestia e la grave crisi economica minaccia di lasciare più del 95 per cento della popolazione in condizioni di povertà e con un sistema sanitario al collasso. Le cliniche in tutto il Paese sono state costrette a chiudere poiché non c’è più denaro per pagare i salari degli operatori sanitari. Il crollo dei servizi sanitari è una delle conseguenze dirette del congelamento delle risorse globali e della sospensione degli aiuti allo sviluppo. Quando i bambini malati hanno bisogno di cure, trovano solo porte chiuse e farmacie vuote.  Le famiglie che vivono nelle città sono state le più colpite, metà di quelle di Kabul ha affermato di aver perso l’intero reddito. Mentre le famiglie sprofondano ulteriormente nel debito e nella povertà, un afghano su 13, circa il 7,5 per cento degli intervistati, ha affermato di chiedere già l’elemosina o di fare affidamento sulla carità per sfamare i propri cari. Laila, 12 anni, vive con sua madre e quattro fratelli in un campo profughi nella provincia di Balk. Da quando suo padre è stato ucciso e prima che Save the Children l’aiutasse, Laila puliva le case per l’equivalente di circa 10 centesimi di dollaro al giorno. Sua sorella di 15 anni sta ancora andando a lavorare. “Cosa posso provare quando un pezzo del mio cuore si spegne e lavora per gli altri? – ha raccontato la madre di Laila, Shugofa, 36 anni a Save the Children – Ma cosa potrei fare? Mi addolorava vedere mia figlia lavorare pulendo i rifiuti e lo sporco delle persone. Senza un capofamiglia e con cinque figli senza un padre, si può immaginare quanto sia difficile… A volte mangiamo solo una volta al giorno, e altre volte mangiamo il pane da solo, tre volte al giorno. Faccio mangiare meno i bambini o una volta al giorno in modo che il cibo duri un giorno in più. E cuciniamo quantità minori, per evitare di rimanere senza cibo per il giorno successivo. I miei figli sono deboli e magri”.     Questo inverno 14 milioni di bambini affronteranno probabilmente livelli di fame potenzialmente pericolosi per la vita e i tassi di malnutrizione stanno aumentando vertiginosamente. Il mese scorso Save the Children ha riferito che il numero di bambini pericolosamente malnutriti che visitano le sue cliniche è più che raddoppiato da agosto. “Non ho mai visto niente di simile alla situazione disperata che abbiamo qui in Afghanistan. – ha dichiarato il direttore di Save the Children in Afghanistan, Chris Nyamandi. – Trattiamo ogni giorno bambini spaventosamente malati che da mesi non mangiano altro che pane. I genitori devono prendere decisioni impossibili: a quale dei loro figli daranno da mangiare? Mandano i figli a lavorare o li lasciano morire di fame? Queste sono scelte strazianti che nessun genitore dovrebbe fare. Qui il cibo non manca, i mercati sono pieni, eppure i bambini muoiono di fame perché i loro genitori non possono permettersi di pagare il mangiare. Ciò avrebbe potuto, e dovuto, essere evitato. Ma non è troppo tardi per impedire ulteriori tragedie se agiamo ora. Stiamo facendo tutto il possibile per fornire alle famiglie l’aiuto di cui hanno bisogno. Ma la verità è che gli aiuti umanitari possono arrivare solo fino a un certo punto. Questa è una crisi economica e ha bisogno di una soluzione economica. I governi devono trovare un modo per sbloccare fondi vitali e le attività finanziarie per evitare che la crisi si sviluppi ulteriormente”. Save the Children sta fornendo alle famiglie denaro e kit invernali con articoli essenziali per superare i rigori della stagione. Da settembre 2021 Save the Children ha raggiunto 763mila persone, inclusi 430.800 bambini, e ha fornito a più di 127mila persone trasferimenti di denaro per i loro bisogni e denaro contante per il cibo.   Per far fronte a questa drammatica situazione, Save the Children lancia una petizione per chiedere al Fondo Monetario Internazionale e alla Banca Mondiale di sbloccare i finanziamenti vitali per il Paese. Perché un bambino non dovrebbe andare a lavorare invece che a scuola, così come un genitore non dovrebbe mai trovarsi di fronte alla decisione di rinunciare a un figlio perché non sa come sfamarlo o curarlo. Si può accedere e firmare la petizione per assicurare ai bambini afghani l’aiuto umanitario di cui hanno urgente bisogno alla pagina: savethechildren.it.
Redazione
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