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Preoccupazione della Ue per i casi di epatite acuta tra i bambini in tenera età

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L’aumento improvviso di casi di epatite acuta tra i bambini rimane ancora senza causa. “L’Ue segue molto da vicino la situazione, che è preoccupante” e gli Stati dovrebbero “condividere tutte le informazioni possibili”. Lo ha dichiarato la commissaria europea alla salute Stella Kyriakides, commentando i casi di epatiti pediatriche di origine sconosciuta registrati nelle ultime settimane in Europa. “Al 25 Aprile erano approssimativamente 40 casi negli Stati membri”, ha aggiunto la commissaria, sottolineando che i casi registrati riguardano “bambini tra un mese e sedici anni di età”. “La probabile origine è virale, ma abbiamo bisogno di più informazioni, Ecdc pubblicherà domani una prima valutazione”, ha aggiunto Kyriakides, invitando gli Stati dell’Unione europea a condividere tutte le informazioni possibili. ntanto, l’Istituto Superiore di Sanità ha messo a punto un focus, pubblicato sul suo sito, per fare chiarezza su ciò che si sa finora e sulle ipotesi sull’origine delle epatiti pediatriche attualmente al vaglio.
“Al momento non ci sono elementi che suggeriscano una connessione tra la malattia e la vaccinazione contro il Sars-CoV-2 , e anzi diverse considerazioni porterebbero ad escluderla”, ha chiarito l’Iss nell’approfondimento, specificando che “nella quasi totalità dei casi in cui si è a conoscenza dello status i bambini colpiti non erano stati vaccinati”. Improbabile, secondo l’Istituto, è anche l’ipotesi che sia un adenovirus a causare le epatiti, “in quanto questo tipo di virus normalmente non è associato a malattie epatiche”.

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