domenica, Aprile 28, 2024

Il Fisco raddoppia: 60 giorni di tempo, anziché 30 giorni per pagare gli avvisi bonari

Il Fisco raddoppia: 60 giorni di tempo, anziché 30 giorni, per pagare gli avvisi bonari con cui l’Agenzia delle Entrate comunica delle irregolarità da sanare. È una delle novità, ricorda laleggepertutti.it, contenute nella legge di conversione del cosiddetto decreto Energia, al vaglio del Parlamento. La misura, però, non durerà in eterno: sarà possibile pagare in 60 giorni solo nel periodo che trascorre tra l’entrata in vigore della legge di conversione (dovrà essere approvata al massimo entro il 20 maggio) ed il 31 agosto 2022. Significa che – a meno di successive proroghe – dal 1° settembre tutto torna come prima, cioè bisognerà mettersi a posto entro 30 giorni. Una sorta di «polmoncino» di tempo, insomma, che il legislatore ha voluto dare ai contribuenti con qualche conto in sospeso con il Fisco. Si parla, infatti, di «assicurare la necessaria liquidità alle famiglie ed alle imprese in considerazione degli effetti negativi determinati dalla pandemia, nonché delle ripercussioni economiche e produttive del conflitto bellico» in Ucraina. Cosa cambia, quindi, per il contribuente? L’emendamento approvato in Parlamento apre una parentesi temporale, come detto tra l’entrata in vigore della legge di conversione e il 31 agosto, durante la quale viene modificata la normativa attualmente in vigore. Oggi (e così tornerà ad essere dal 1° settembre 2022) è stabilito che «l’iscrizione a ruolo delle comunicazioni di irregolarità, oppure la prima richiesta di pagamento inviata dall’Agenzia delle Entrate (l’avviso bonario) in caso di non effettuazione del versamento di imposte ed Iva dichiarati o di maggiori oneri derivanti delle rettifiche dei dichiarativi, non viene eseguita se il contribuente paga quanto richiesto entro 30 giorni dalla ricezione della comunicazione». Nel citato periodo, invece, ci saranno 60 giorni di tempo, trascorsi i quali, se il contribuente non si è messo in regola, gli importi richiesti saranno direttamente iscritti a ruolo a titolo definitivo. Perciò, non sarà più possibile beneficiare della riduzione ad un terzo delle sanzioni amministrative contenute nell’atto.
Redazione
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