lunedì, Aprile 29, 2024

Usa, per la strage di Chicago Robert Crimo è accusato di sette omicidi di primo grado

Robert E. Crimo III è stato accusato di sette omicidi di primo grado, “accuse che garantiranno una condanna a vita senza possibilità di libertà condizionale”: lo ha annunciato Eric Rinehart, Attorney statale della contea di Lake, teatro della sparatoria durante la parata del 4 luglio. Il Procuratore ha preannunciato “molte altre accuse”, anche per i tentati omicidi e le vittime psicologiche, e chiederà che il giovane sia detenuto senza possibilità di rilascio su cauzione. Poi ha aggiunto: “Cercheremo il massimo della pena, non perché vogliamo vendetta ma perché la giustizia e il processo di guarigione lo richiedono”. Si aggrava intanto il bilancio della strage: uno dei feriti, il cui nome non è stato ancora reso noto, è morto oggi, portando così a 7 il numero delle vittime. Fino a questo momento ne sono state indentificate 6. Si tratta di Katherine Goldstein, 64 anni; Jacquelyn Sundheim, 63 anni; Stefano Straus, 88; e Nicolas Toledo-Zaragoza, 78 anni. Tutte le vittime provenivano da Highland Park tranne Toledo-Zaragoza, che era in visita alla famiglia dalla città di Morelos, in Messico. Oltre a loro è stata confermata la morte di Kevin McCarthy, 37 anni, e la moglie Irina McCarthy, 35; si tratta dei genitori del bambino di 2 anni trovato solo e insanguinato al termine della sparatoria nelle strade del sobborgo di Chicago. La sua foto era stata condivisa sui social media dell’area di Chicago nelle ore successive alla sparatoria, nella speranza di identificarlo perché si potesse riunire alla sua famiglia. Ora la conferma: entrambi i genitori sono tra le vittime della sparatoria. 47 i feriti, secondo l’ultimo bilancio ufficiale, molti dei quali si trovano ancora in ospedale per ricevere le cure necessarie. Secondo quanto detto da Christopher Covelli, portavoce dell’ufficio dello sceriffo della contea di Lake, – ha acquistato legalmente due fucili ad alta potenza e altre tre armi nonostante la polizia fosse intervenuta a casa sua due volte nel 2019 per un tentato suicidio e perché minacciò di uccidere i suoi familiari. Allora la polizia fu contattata da un membro della famiglia che chiamò per dire che il giovane li voleva “uccidere tutti”. In quella occasione furono sequestrati 16 coltelli, un pugnale e una spada, ma allora non fu trovato alcun indizio sul fatto che avesse pistole o armi da fuoco. Il caso era stato gestito dal servizio di salute mentale, Crimo era stato sottoposto a una serie di incontri, ma non era stato preso alcun provvedimento speciale.
Redazione
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