martedì, Aprile 23, 2024

Demografia, a metà novembre gli abitanti dalle Terra saranno 8 miliardi

Il 15 novembre è praticamente arrivato e secondo il rapporto delle Nazioni Unite popolazione mondiale raggiungerà gli otto miliardi. È l’India il paese che supererà la Cina come paese più popoloso della terra nel 2023. Il raggiungimento di questa cifra “è un promemoria della nostra responsabilità condivisa di prenderci cura del nostro pianeta e un momento per riflettere su dove ancora non riusciamo a rispettare i nostri impegni reciproci”, ha affermato il segretario generale Antonio Guterres. La previsione del Dipartimento per gli affari economici e sociali delle Nazioni Unite afferma che la popolazione mondiale sta crescendo al ritmo più lento dal 1950. Dovrebbe raggiungere 8,5 miliardi nel 2030 e 9,7 miliardi nel 2050, con un picco di circa 10,4 miliardi di persone negli anni ’80 del 2000 prima di stabilizzarsi a quel livello fino al 2100. Mentre si osserva un netto calo dei tassi di natalità in diversi paesi in via di sviluppo, più della metà dell’aumento previsto della popolazione mondiale nei prossimi decenni sarà concentrato in otto paesi, afferma il rapporto: la Repubblica Democratica del Congo, l’Egitto, l’Etiopia, l’India, la Nigeria, il Pakistan, le Filippine e la Tanzania. Il report delle Nazioni Unite ricorda che ci sono voluti centinaia di migliaia di anni prima che la popolazione mondiale crescesse fino a 1 miliardo, poi in soli altri 200 anni circa, è cresciuta di sette volte. Questa crescita è stata guidata in gran parte dall’alto numero  di persone che sopravvivono all’età riproduttiva ed è stata accompagnata da importanti cambiamenti nei tassi di fertilità, dall’aumento dell’urbanizzazione e dall’accelerazione della migrazione. “Queste tendenze avranno implicazioni di vasta portata per le generazioni a venire”, sottolinea l’Onu. Il recente passato ha visto enormi cambiamenti nei tassi di fertilità e nell’aspettativa di vita. All’inizio degli anni ’70, le donne avevano in media 4,5 figli ciascuna; nel 2015, la fertilità totale nel mondo era scesa al di sotto di 2,5 figli per donna. Nel frattempo, la durata media della vita globale è aumentata, da 64,6 anni all’inizio degli anni ’90 a 72,6 anni nel 2019. Inoltre, nel mondo si registrano alti livelli di urbanizzazione e un’accelerazione della migrazione. Il 2007 è stato il primo anno in cui più persone hanno vissuto nelle aree urbane che nelle aree rurali e nel 2050 circa il 66% della popolazione mondiale vivrà nelle città. Questi mega trend hanno implicazioni di vasta portata. Influiscono sullo sviluppo economico, sull’occupazione, sulla distribuzione del reddito, sulla povertà e sulle protezioni sociali.  Influiscono anche sugli sforzi per garantire l’accesso universale all’assistenza sanitaria, all’istruzione, all’alloggio, ai servizi igienici, all’acqua, al cibo e all’energia. “Per affrontare in modo più sostenibile i bisogni degli individui – conclude l’Onu – i responsabili politici devono capire quante persone vivono sul pianeta, dove si trovano, quanti anni hanno e quante persone verranno dopo di loro”.
Redazione
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