lunedì, Maggio 13, 2024

Guerra in Ucraina, sono almeno 11.544 le vittime civile di cui 6.520 i feriti. I bambini uccisi sono 343

Il quadro che rappresenta la situazione dell’infanzia ucraina derivata dal persistere della guerra nel Paese è drammatico. Il portavoce italiano dell’Unicef Andrea Iacomini, aggiorna i numeri: “Sono almeno 11.544 le vittime civili, tra cui 5.024 persone uccise e 6.520 ferite, di cui quasi mille minori”. Il conflitto, dunque, continua a mettere sempre più a rischio la vita dei più piccoli, intrappolati e sfollati nel Paese o rifugiati all’estero.
Sempre più vittime civili
Secondo i dati di Iacomini, i bambini uccisi sono, a oggi, 343 e quelli feriti 533. Considerando l’intensità dei combattimenti, che non sembrano essere sul punto di concludersi, e data l’entità delle vittime civili, si pensa che il numero reale possa essere più alto.
Emergenza aiuti per gli sfollati
Le persone che hanno cercato di fuggire dallo Stato preso di mira dalla Russia superano i 15,4 milioni e, tra queste, la maggioranza è formata da donne e bambini. Il numero degli sfollati è altissimo, “oltre 6,3 milioni in Ucraina e 9,1 milioni sono i rifugiati nei paesi limitrofi, – ha aggiunto Iacomini, che ha continuato, – sono inoltre più di 3 milioni i minori in Ucraina e 2,25 milioni quelli rifugiati nei Paesi d’arrivo che hanno urgente bisogno di assistenza umanitaria”.
La crescente crisi alimentare
“L’impatto della guerra, – sottolinea Iacomini, – rischia ogni giorno di più di causare una crisi nutrizionale e alimentare di portata globale, e ha innescato in Europa la crisi dei rifugiati in più rapida crescita dalla Seconda Guerra Mondiale”.
Le persone senza acqua sono circa 1,4 milioni e 4,6 milioni quelle che possono accedervi in modo limitato. A causa degli scontri è stato decimato il numero delle infrastrutture civili, come anche impianti ferroviari, scuole, case, orfanotrofi e rifugi. Ospedali, reparti maternità e pediatria – con relativo staff medico – hanno risentito di almeno 387 attacchi, portando alla nascita del rischio di diffusione di epidemie infettive, tra cui polio, colera e morbillo.
Redazione
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