venerdì, Marzo 29, 2024

Roma, nuove indagini sull’omicidio di Simonetta Cesaroni in via Poma avvenuto il 7 agosto del 1990

La verifica di alcuni alibi, è questo l’obiettivo dell’indagine avviata da alcune settimane dalla procura di Roma in relazione all’omicidio di Simonetta Cesaroni, uccisa con 27 coltellate il 7 agosto del 1990 in via Poma, a Roma. Nell’ambito di questi nuovi accertamenti dei pm di piazzale Clodio sono state ascoltate alcune persone che sono entrate a vario titolo, nel corso degli anni, nell’inchiesta e tra queste anche uno dei personaggi principali, per verificare i loro alibi. Il nuovo procedimento è stato avviato da qualche mese dopo una denuncia presentata dai familiari della ragazza. Il fascicolo in una prima fase è stato aperto come modello 45, ossia senza indagati o ipotesi di reato ma poi è stato incardinato per omicidio volontario contro ignoti. Non è stato ancora recapitato alcun avviso di garanzia, ma la Commissione Parlamentare Antimafia, che ha ascoltato Paola Cesaroni, il suo avvocato Federica Mondani e il giornalista esperto del caso Igor Patruno, ha aperto un’ inchiesta proprio partendo dai depistaggi. In un’audizione a Palazzo San Macuto, i tre hanno ricostruito circostanze e fatto nomi di rilievo, sui quali indaga la Direzione Investigativa Antimafia. Potrebbe dunque arrivare presto una svolta dall’inchiesta. Sul caso è aperto inoltre un fascicolo alla Procura di Roma, che sta ascoltando persone dopo l’ammissione di una teste dell’epoca, che aveva fornito un alibi a uno dei personaggi coinvolti inizialmente nell’inchiesta. La donna, pochi mesi fa, ha confessato all’allora capo delle indagini, Antonio Del Greco, che l’alibi da lei fornito era falso. Cambierebbe così la posizione di un sospettato, perché non c’è più la certezza di dove fosse all’ora del delitto.
Redazione
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