A rischio la fauna ittica che vive nel Tevere per le abbondanti piogge dopo un periodo di siccità. L’allarme è lanciato dalla sezione Lazio del Wwf Italia. “È un’estate caratterizzata da una forte siccità – spiega Raniero Maggini, presidente del WWF Roma e Area Metropolitana – e certamente la fauna ittica che popola i nostri fiumi ha già subito forti stress. Con le piogge verranno improvvisamente trasportate nel Tevere numerose e diverse sostanze ‘dormienti’ che potranno causare nuove morie di pesci”. Il fenomeno è ormai ciclico quanto noto. Dopo mesi di sole e alte temperature, improvvisamente si riversano al suolo importanti quantità d’acqua in poche ore e le sostanze inquinanti usate in agricoltura e depositatesi lungo i corsi d’acqua minori, come pure quelle che si sono accumulate sull’asfalto all’interno della città, vengono improvvisamente riversate nel fiume insieme a volumi di materiale organico che letteralmente soffocano i pesci. “Le alte temperature – continua Maggini – e il periodo di magra dei fiumi diminuiscono drasticamente la percentuale di ossigeno disciolto nell’acqua e l’improvviso apporto di materiale organico e di sostanze inquinanti rappresentano un colpo mortale alla sopravvivenza della fauna ittica”.
Le possibili soluzioni
Per il Wwf occorre immediatamente rivedere la distribuzione dell’acqua per i vari utilizzi (civile, agricolo, industriale, ricreativo, etc), avviando una programmazione piu’ razionale e responsabile dei prelievi, sia pubblici che privati; evitare alcuni usi; porre un drastico limite al consumo del suolo e quindi al costante aumento della richiesta di disponibilità d’acqua anche per bisogni superflui (si pensi ad esempio al proliferare nel tempo di piscine a servizio di seconde abitazioni nell’area della Città Metropolitana di Roma Capitale). Per prevenire e/o limitare le morie di pesci che sempre più frequentemente colpiscono il Tevere, serve inoltre ammodernare le reti di smaltimento delle acque, investendo nella creazione di sistemi che permettano di recuperare e riusare le acque meteoriche, evitando di sovraccaricare gli impianti di depurazione o di immettere direttamente nei fiumi; garantire il rispetto del minimo deflusso vitale alla scala di bacino, ponendo un argine al costante aumento della captazione delle sorgenti, dalle quali dipende lo stato di salute dei nostri corsi d’acqua; trovare un equilibrio tra attività produttive (produzione energetica in primis) e condizioni di rispetto degli ecosistemi fluviali; ridurre l’uso complessivo di tutti i pesticidi chimici e dei pesticidi piu’ pericolosi nelle nostre campagne che inevitabilmente raggiungono ed inquinano laghi, fiumi, ruscelli e canali.