venerdì, Marzo 29, 2024

Papa Francesco ha aperto la Porta Santa all’Aquila: “Voi gente aquilana avete mostrato carattere resiliente”

Il Papa ha aperto la Porta Santa all’Aquila. Bergoglio, primo Pontefice della storia, ha effettuato il rito dell’apertura bussando tre volte, con il ramo d’ulivo del Getsemani, sull’anta del portale nel lato sinistro della basilica di Collemaggio in occasione della Perdonanza celestiniana. Il Pontefice si è poi soffermato silenziosamente in preghiera davanti alle spoglie di Celestino V. “Voi gente aquilana avete mostrato carattere resiliente. Avete avviato subito il lavoro coraggioso della ricostruzione. C’è tutto da ricostruire e si fa insieme. La rinascita personale e collettiva è di tutti insieme. Fondamentale attivare la collaborazione, una concordia laboriosa, un impegno lungimirante“, ha detto Francesco in apertura della sua visita pastorale all’Aquila. Da qui il Papa ha invocato perdono e pace per il mondo intero: “Che L’Aquila sia davvero capitale di perdono, di pace e di riconciliazione! Sappia offrire a tutti quella trasformazione che Maria canta nel Magnificat: ‘Ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili’. E proprio a Maria, da voi venerata con il titolo di Salvezza del popolo aquilano – ha scandito durante la celebrazione – vogliamo affidare il proposito di vivere secondo il Vangelo. La sua materna intercessione ottenga per il mondo intero il perdono e la pace”. Prima della messa, l’incontro del Pontefice con le famiglie delle 309 vittime del terremoto del 6 aprile 2009 distrusse la città. “Voglio esprimere la mia vicinanza alle famiglie vittime del terremoto. Vi ringrazio per la testimonianza di fede”, afferma. “Pure nel dolore e nello smarrimento – osserva – avere fissato il vostro sguardo in Cristo. Uno di voi mi ha scritto e mi diceva che aveva perso i suoi due figli adolescenti. E come questo, tanti altri. I vostri cari sono passati dal tempo all’eternità. La morte non può spezzare l’amore. Ma il dolore c’è. Le belle parole aiutano ma il dolore resta, solo la vicinanza, l’affetto, il camminare insieme. O siamo popolo di Dio o i problemi dolorosi non si risolvono. La memoria è la forza di un popolo”. Il pensiero del Pontefice anche al mondo carcerario rappresentato in piazza da una rappresentanza di detenuti del carcere abruzzese: “A proposito di speranza saluto il mondo carcerario abruzzese: anche in voi saluto un segno di speranza. Anche in carcere ci sono troppe vittime“.
Redazione
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