lunedì, Aprile 29, 2024

Milano, Fabrizio Corona alla sbarra: “E’ un processo già vinto, sono pazzi, ci sono le immagini. E’ oggettivo che sono innocente”

“E’ un processo già vinto, sono pazzi, ci sono le immagini. E’ oggettivo che sono innocente”. Fabrizio Corona non risparmia ‘attacchi’ alla polizia fuori e dentro l’aula del tribunale di Milano dove è a processo per danneggiamento, resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale e per un tentativo di evasione. I fatti risalgono all’11 marzo 2021 quando il tribunale di Sorveglianza aveva deciso il suo rientro in carcere – revocando i domiciliari dopo più violazioni alle prescrizioni – e lui aveva protestato – tutto documentato sui social – ferendosi alle braccia, urlando contro gli agenti e spaccando un vetro dell’ambulanza con cui venne trasportato all’ospedale Niguarda. L’accusa di tentata evasione è legata al fatto di aver provato, quando era ricoverato, a uscire da una finestra della struttura ospedaliera. Corona che ha rifiutato categoricamente di risarcire le parti civili, due degli agenti intervenuti per portarlo via, sottolinea come di fronte a un “errore giudiziario” la sua reazione “da detenuto per motivi psichiatrici” sia stata quella di “tagliarsi le vene” e di aver perso la testa alla vista di divise già note. “La polizia che è venuta non era quella che era stata chiamata dall’ambulanza, ma la solita polizia che mi aveva già arrestato nel 2018: siamo a Milano e quindi vogliono rompere i coglioni a Corona, ci sono tanti criminali andassero a prendere gli altri”. E che sarà un processo facile ne è convinto anche il difensore Ivano Chiesa. “Quel provvedimento clamorosamente sbagliato, poi revocato dal tribunale di Sorveglianza, ha un peso. Ci sono i video di quello che è accaduto, per l’accusa è un bel problema: è stato filmato tutto, succede qualcosa per cui perde la trebisonda. Per fare un ordine di esecuzione uno schieramento del genere non lo avevo visto mai…lo Stato ha mostrato i muscoli” spiega l’avvocato che ha ottenuto dal giudice Cristina Dani di mostrare i filmati in aula e di ascoltare una decina di testimoni ma non di avere le telecamere in aula perché “la vicenda al di là della notorietà dell’imputato non è di interesse pubblico”. Il giudice si è riservata sulla necessità di una perizia medica sulle condizioni di salute dell’imputato. l difensore Chiesa è pronto a dimostrare che le accuse sono “assolutamente infondate e cervellotiche” in particolare per la tentata evasione dal reparto dell’ospedale Niguarda. “C’è un filmato fatto da fuori: si vede chiaramente la stanza, cosa ha fatto Fabrizio, gli operanti e l’altezza. Puoi evadere se sei l’Uomo Ragno. Non voleva scappare forse voleva fare qualcosa di diverso”. Parole meglio spiegate dall’imputato fuori dall’aula: “Sono a 30 metri e non ci sono balconi, come evado? Muoio, magari era un tentato suicidio?”. A far capire cosa è successo davvero quel giorno, oltre ai video, ci saranno i testimoni dell’accusa e quelli dei poliziotti che si sono costituiti parte civile. Documentazione del tribunale di Sorveglianza, certificati medici e relazioni di polizia, oltre a diversi testimoni alcuni presenti a casa di Corona già prima dell’arrivo dell’ambulanza e della polizia. E lo stesso imputato non si sottrarrà all’esame – già oggi ha preso la parola in aula – nella prossima udienza in programma il 15 dicembre prossimo. Prima di lasciare il tribunale, Corona – ora in affidamento in prova – ha trovato il tempo anche per scattare qualche selfie con dei fans.
Redazione
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