sabato, Aprile 20, 2024

Roma, mafia capitale: Buzzi e Carminati rischiano rispettivamente 12 e 10 anni di carcere

Si chiuderà oggi l’ultimo capitolo dell’inchiesta Mafia Capitale in merito ai due ‘protagonisti’, Salvatore Buzzi e Massimo Carminati. La Cassazione si esprimerà sui ricorsi contro le condanne stabilite nel secondo processo di appello, rispettivamente a 12 anni e 10 mesi e a 10 anni, a quasi otto anni dalla prima retata che diede il via all’operazione ‘Mondo di mezzo’ e a tre anni dalla caduta dell’accusa di associazione mafiosa per tutti gli imputati, sancita proprio dalla Suprema Corte nella sera del 22 ottobre 2019. Nell’udienza di questa mattina davanti ai giudici della Seconda sezione penale è presente Carminati; durante la seduta verranno trattati anche i ricorsi sulle pene accessorie degli altri sei imputati. Nei giorni scorsi il sostituto procuratore generale della Cassazione, Lidia Giorgio, ha depositato la requisitoria con le conclusioni scritte, chiedendo di dichiarare inammissibili i ricorsi presentati dalle difese di Buzzi e Carminati. Se i giudici dovessero accogliere le richieste della pg, i due potrebbero tornare in carcere. Secondo Giorgio, per quanto riguarda l’ex Nar “pur a fronte della derubricazione del delitto associativo ai sensi dell’art. 416 c.p.(unitamente al connesso venir meno dell’aggravante mafiosa) e della necessità di applicare il principio del divieto di reformatio in peius ex art. 597 c.p.p., i fatti riferiti a Carminati permangono gravi in virtù degli elementi indicatori descritti in sentenza dal giudice del rinvio e giustificano un trattamento sanzionatorio che si discosta dal minimo edittale della pena base, ma resta al di sotto della media edittale”. Sul ricorso della difesa di Buzzi, la Pg ha invece sottolineato “il ruolo apicale svolto unitamente al Carminati“, insieme al “numero e alla gravità delle condotte accertate al pesante e grave inquinamento della cosa pubblica, nonché all’assoluto disinteresse per i controlli pubblici, al completo ribaltamento della logica ispiratrice del mondo delle cooperative, oltre che all’appoggio di concorrenti ex art. 110 c.p. e di altro gruppo associativo caratterizzato da strategie criminali violente ed estorsive, ovvero l’associazione di corso Francia, per il recupero dei crediti”. (Fonte: Agenzia Dire, www.dire.it)
Redazione
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