sabato, Aprile 27, 2024

Crisi energetica, oggi il Consiglio europeo. La Presidenza Ue: “Nessuna decisione su price cap al gas”

Si tiene oggi il Consiglio europeo straordinario dei ministri dell’Energia, convocato per discutere le misure per contenere la crisi in atto. Il vertice, però, appare destinato a partire in salita: il tetto al costo dell’importazione del gas, nel documento presentato dalla Commissione Ue, viene considerato una misura troppo radicale e rischiosa, a differenza del price cap al solo gas russo. Una posizione che però all’Italia sembra non bastare: al Consiglio straordinario Roma non recederà dalla sua linea, che è stata condivisa con altri 14 Paesi, tra i quali la Francia. Intanto il ministro dell’Industria della Repubblica Ceca, che detiene la presidenza di turno dell’Ue, ha fatto sapere che “il price cap al gas non è sul tavolo oggi”. “Il price cap al gas non è sul tavolo oggi”: lo ha dichiarato Jozef Sikela, ministro dell’Industria della Repubblica Ceca, che detiene la presidenza di turno dell’Ue, arrivando al Consiglio straordinario Energia a Bruxelles. “Mi aspetto che andremo avanti passo dopo passo, implementando le misure strada facendo. Potrebbe essere il prossimo punto in agenda”. Ieri il governo tedesco, a 24 ore dal Consiglio europeo sull’energia, ha annunciato uno ’scudo’ da 200 miliardi per calmierare i prezzi in Germania. “Non possiamo dividerci a seconda dello spazio nei nostri bilanci nazionali, serve solidarietà”, ha avvertito il premier Mario Draghi. Parole a cui ha fatto eco la dichiarazione di Giorgia Meloni, vincitrice delle elezioni del 25 settembre: “Nessuno Stato membro può offrire soluzioni efficaci e a lungo termine da solo in assenza di una strategia comune, neppure quelli che appaiono meno vulnerabili sul piano finanziario”. Con un price cap nazionale, cioè sul modello di Portogallo e Spagna, la Germania ha allontanato il suo timore più grande, legato ad un tetto su scala Ue: quello dell’approvvigionamento energetico. La Commissione, nel suo documento informale, ha indicato anche altri rischi legati ad un tetto generalizzato: dall’aumento della domanda alla perdita di attrattività per i fornitori, fino alla mancanza di quell’incentivo di mercato che ora permette il trasferimento di gas tra gli Stati Ue. Per Bruxelles è molto meglio negoziare il prezzo con i singoli fornitori ritenuti affidabili, facendo leva su contratti a lungo termine. Nel non paper la Commissione ha anche proposto un primo decoupling del prezzo del gas da quello elettrico in vista della riforma del mercato annunciata per la fine dell’anno. Il documento, infatti, fa riferimento alla fissazione di un tetto massimo al prezzo del gas nella produzione di energia elettrica a un livello che contribuisca a far scendere i prezzi dell’elettricità. Da qui al vertice dei leader a Praga e quindi al Consiglio europeo di fine ottobre a Bruxelles, la strada per l’unità europea sarà in salita. I 15, Italia e Francia in testa, si faranno sentire con l’obiettivo di aumentare il loro peso numerico, convincendo magari qualche Paese dell’Est anche lui intimorito dal rischio approvvigionamento. Germania e Olanda restano i veri scogli. “La risposta Ue deve ridurre i costi per famiglie e imprese, ed evitare distorsioni di mercato. Dobbiamo mostrarci compatti, determinati, come nel sostegno all’Ucraina”, ha sottolineato Draghi.
Redazione
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