Per Raoul Bova nuovi guai con il Fisco. Il noto attore è sotto processo perché accusato di aver evaso 417mila euro nel 2011. Il reato contestatogli dalla Procura, secondo Il Corriere della Sera, è “dichiarazione fraudolenta mediante artifici”. E’ la seconda volta che Bova deve affrontare guai giudiziari legati al mancato versamento di imposte. Nel 2017 era stato condannato a un anno e sei mesi di reclusione (con sospensione della pena), sempre per “dichiarazione fraudolenta mediante artifici”, per un’evasione di circa 600mila euro risalente al periodo tra il 2005 e il 2010.
L’accusa
Per l’accusa, Bova è responsabile del trasferimento di costi alla società che gestisce la sua immagine (la Sanmarco srl, di cui è socio all’80%), pagando nel 2011 un’aliquota più bassa. “Nella dichiarazione dei redditi – gli contesta la Procura – sono stati indicati elementi attivi per un ammontare inferiore a quelli effettivi ed elementi passivi fittizi”. La conseguenza sarebbe stata un’evasione Irpef pari a 417 mila euro. Sul processo, la cui prossima udienza risulta fissata il 6 dicembre, incombe però la prescrizione.
Lo sfogo
Commentando la condanna del 2017 per evasione fiscale, Bova aveva parlato d’ingiustizia e si era sfogato con l’ex pubblico ministero Luca Palamara, all’epoca consigliere al Csm. Poche ore dopo la condanna l’attore aveva scritto a Palamara: “Ti prego di indagare su questa sentenza, la trovo un’ingiustizia senza precedente. Tutti assolti tranne me”. La risposta era stata: “Non bisogna mollare ora”. Per questa vicenda, non è stata fissata la data del processo in Corte d’Appello.
L’altro processo
Intanto a giorni per l’attore si apre un altro processo. Bova è accusato di violenza privata, minacce e lesioni perché avrebbe aggredito un automobilista dopo che quest’ultimo avrebbe quasi investito la sua compagna Rocío Muñoz Morales. Anche l’automobilista è finito a processo, accusato di violenza privata per aver effettuato “una manovra azzardata che aveva messo in pericolo l’incolumità fisica” della Morales. I fatti risalgono al 27 aprile del 2019.