L’ultimo cambio – L’ultimo “cambio di giudice” nell’ambito di questo processo è avvenuto dopo la requisitoria in cui il pm aveva chiesto 19 anni di carcere per Angelo Moccia, considerato il capo del clan, mentre erano state chieste condanne dai 3 ai 12 anni per gli altri imputati. E nel corso delle arringhe difensive è subentrato un nuovo giudice.
I principi del giusto processo – “E’ semplicemente incompatibile con i più elementari principi del giusto processo, e prima ancora con le regole della logica e del buon senso, l’idea non solo che il giudice che pronuncia la sentenza sia diverso da quello che ha raccolto la prova, ma addirittura che il giudice possa mutare a ogni udienza istruttoria”, afferma l’Ucpi.
Appello al ministro Nordio – L’Unione delle Camere penali ha poi rivolto un appello al ministro della Giustizia Carlo Nordio: “E’ urgente un intervento normativo che, negando in radice restituisca in modo inequivoco e non soggetto a possibili, ulteriori manipolazioni interpretative, l’intangibile principio dell’immediatezza della decisione già inutilmente sancito dall’art. 525 cpp nella sua attuale formulazione”.
La richiesta dei penalisti – I penalisti chiedono anche di “affermare il principio per il quale qualunque trasferimento del giudice, per ragioni diverse dall’urgenza, possa avere luogo solo quando il giudice medesimo abbia smaltito il proprio ruolo di udienze, almeno con riguardo a quelle la cui istruttoria si sia già svolta nelle sue cadenze più significative”.