“Sei bianca come quel muro, sarà che a forza di guardarlo, ha mangiato i tuoi respiri. Siamo nascoste in un punto cieco qui, le tue urla sono come il silenzio, fai a pugni con la porta e calpesti le tue stesse lacrime. ‘AZADI! AZAD!!’ Ti canto Bella ciao, e tu ti metti a piangere, altre volte mi batti le mani. Vorrei dirti di più, ma che ti dico? Ho paura, anche io. ‘Fatimah, Athena, Mohammed’. Continui a gridare i nomi dei tuoi figli, avranno sentito il tuo eco o l’amore non viaggia attraverso le sbarre? – scrive Alessia -. Aprono quella porta perché fai troppo rumore, ma siamo carne senza vita noi, e ci schiacciano come foglie secche, ascolta, loro non hanno cuore. Ti butti a terra con la testa tra le mani, premi con le dita contro le tue tempie, vuoi strappare i tuoi pensieri, farli uscire dalle tue orecchie, sono sabbie mobili, lo so bene. Domani è un giorno nuovo, magari saremo libere, anche se sì, hai ragione, te l’ho detto anche ieri. Arriva la pasticca che ci canterà la ninna nonna, ti prendo la mano, è quel poco che posso fare, metti la testa sotto la coperta, almeno lì le luci sono spente, guarda il cielo, le vedi anche tu le stelle? Buona notte Fahimeh”, conclude Alessia. Karimi è stata di recente trasferita dal carcere di Evin a Teheran a quello di Khorin, a Pakdash, e in molti hanno espresso preoccupazione per la sua sorte.
La storia di Alessia Piperno
Il 28 settembre, Piperno è stata fermata nell’Iran attraversato dalle proteste seguite alla morte di Mahsa Amini. Erano state centinaia le persone arrestate, e tra queste anche Alessia. È rimasta in carcere per 43 giorni, poi, grazie a un intenso lavoro diplomatico, è stata rilasciata ed è rientrata in Italia. “Non avevamo fatto nulla per meritarci di essere rinchiusi tra quelle mura, e non posso negare che siano stati i giorni più duri della mia vita”, ha scritto di recente la 30enne su Instagram.