sabato, Aprile 20, 2024

Pechino ha condannato l’obbligo di test Covid per i viaggiatori provenienti dalla Cina deciso da diversi Paesi,e ha minacciato “contromisure”

Pechino ha condannato l’obbligo di test Covid per i viaggiatori provenienti dalla Cina, deciso da diversi Paesi, e ha minacciato “contromisure”. “Alcuni Paesi hanno messo in atto restrizioni all’ingresso rivolte solo ai viaggiatori cinesi. Questo è privo di basi scientifiche e alcune pratiche sono inaccettabili”, ha commentato il portavoce del ministero degli Esteri, Mao Ning, aggiungendo che la Cina potrebbe “prendere contromisure, secondo il principio di reciprocità”. Il riferimento è alle restrizioni applicate in diverse parti del mondo, come il tampone obbligatorio all’arrivo, dopo l’esplosione di contagi nel Paese asiatico. “Ci opponiamo fermamente alla pratica di manipolare le misure di prevenzione e controllo della pandemia per raggiungere obiettivi politici”, ha avvertito il portavoce, dicendo che la Cina si dice disposta a rafforzare la comunicazione con la comunità internazionale e a collaborare per superare la pandemia di Covid-19, ma definisce “inaccettabile” il ricorso a “pratiche eccessive”. La Germania per ora prende tempo nonostante l’appello dei medici tedeschi che chiedono un test per il Covid-19 obbligatorio e uniforme nell’Unione Europea per tutti i viaggiatori provenienti dalla Cina. Lo ha reso noto Johannes Niessen, presidente dell’Associazione federale dei medici del servizio sanitario pubblico tedesco, come riportano i giornali del gruppo Funke. Nel caso di una diffusione del Covid come quella che sta attualmente avvenendo in Cina, bisogna aspettarsi che il virus muti ed è per questo che è necessario farsi trovare preparati, ha spiegato Niessen. “Abbiamo bisogno di un concetto di protezione uniforme a livello europeo per viaggiatori d’affari, turisti e altri visitatori”, ha affermato il medico, “se il risultato del tampone è positivo, deve seguire un test Pcr e il campione deve essere sequenziato. Chiunque sia stato infettato dovrebbe assolutamente andare in isolamento”. Intanto il primo commento alle affermazioni del portavoce del ministro degli esteri cinese arriva dalla Francia. Il primo ministro francese Elisabeth Borne ha dichiarato che i test anti Covid-19 per i viaggiatori in arrivo dalla Cina continueranno nonostante le proteste di Pechino. “Penso che stiamo compiendo il nostro dovere nel chiedere test”, ha detto Borne alla radio France Info quando gli è stato chiesto della reazione della Cina, prima di aggiungere: “Continueremo a farlo”. Al momento ad applicare la restrizione sono Stati Uniti, Canada, Italia, Francia, Spagna, Corea del Sud, Giappone, India, Israele, Regno Unito, Australia. Negli Stati Uniti è richiesto che chi arriva nel Paese dalla Cina presenti un test negativo realizzato non prima delle 48 ore precedenti la partenza o un documento che provi la guarigione dal Covid nei 90 giorni precedenti. Sono accettati “un test PCR o un auto-test antigenico verificato da una struttura accreditata o di telemedicina”, secondo i Centri americani di controllo delle malattie.  Le regole valgono anche per i viaggiatori in arrivo da Hong Kong e Macao. Nell’Unione Europea, per ora, test PCR o antigenici negativi all’arrivo dalla Cina sono richiesti da Francia, che lo richiede effettuato nelle 48 ore precedenti la  partenza, Italia, che è stato il primo Paese a renderlo obbligatorio, e Spagna. In Australia, il test PCR negativo è richiesto anche prima dell’arrivo nel Paese, vista “l’assenza di informazioni complete” da parte di Pechino sull’ondata di contagi. L’obbligo riguarda anche Hong Kong e Macao. Anche il Regno Unito chiede un test negativo prima ancora di imbarcarsi in Cina ai viaggiatori diretti nel Paese. Il governo si riserva inoltre di effettuare ulteriori testi in arrivo per studiare le nuove varianti. In Canada, il test negativo non può’ essere anteriore alle 48 ore. Israele esige dalle compagnie aeree straniere di accettare i cittadini stranieri in volo dalla Cina solo se sono testati negativi al Covid, ha spiegato il  ministero della Salute. Inoltre, chi lo desidera potrà sottoporsi a un test al suo arrivo. Il Giappone è stato uno dei primi Paesi che ha deciso misure di controllo sui visitatori provenienti dalla Cina, che devono essere sottoposti a test obbligatorio all’arrivo. Le persone il cui test è negativo sono comunque sottoposte a quarantena di 7 giorni e il Giappone ha ridotto i voli verso la Cina. In Corea del Sud serve l’obbligo del doppio test – in partenza e all’arrivo dalla Cina, ma sono esclusi i viaggiatori da Hong Kong e Macao. Per entrare in India serve un test negativo realizzato 48 ore prima della partenza dalla Cina e da altri Paesi asiatici. Il Marocco, infine, ha adottato una misura più drastica: divieto di ingresso a tutti i passeggeri provenienti dalla Cina, a prescindere dalla nazionalità, fino a nuovo ordine.
Redazione
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