domenica, Maggio 5, 2024

Il rincaro dei carburanti nuova spina nel fianco del governo Meloni

Accise, sì o no? E se sì, fino a che punto? La domanda del giorno infiamma giornali e social, mentre aumenta la preoccupazione degli automobilisti italiani che hanno trovato, alla pompa, un prezzo medio della benzina servito a 1,965 euro/litro e quello del diesel arrivato a 2,023 euro/litro. I dati, elaborati dal Quotidiano energia e basati sui prezzi i prezzi comunicati dai gestori all’Osservatorio prezzi del ministero delle Imprese e del made in Italy,  evidenziano una realtà in cui arrivare a fine mese diventa sempre più difficile. E il tema rischia di indebolire il consenso al governo Meloni. Sulla scia di listini che, su strade come la A14, hanno sfondato la soglia psicologica dei 2,5 euro al litro (nello specifico: benzina a 2,444 euro e gasolio 2,531 euro) il Codacons, dopo la denuncia a 104 Procure e Guardia di Finanza, ha presentato anche l’esposto all’Antitrust. La richiesta è quella di aprire un’istruttoria per accertare eventuali pratiche scorrette o cartelli anti-concorrenza. In particolare, l’associazione domanda di “verificare con sollecitudine l’esistenza di eventuali intese vietate e porre subito un freno a tali condotte che stanno arrecando dei gravi danni ai consumatori”. E l’Antitrust nel pomeriggio ha chiesto la documentazione alla Guardia di Finanza per valutare pratiche commerciali scorrette nei confronti dei consumatori e violazioni della concorrenza. Il presidente dell’Autorità, Roberto Rustichelli, ha scritto al Comandante Generale della Guardia di Finanza, Giuseppe Zafarana, chiedendo – si legge in una nota – la collaborazione del Corpo al fine di acquisire la documentazione inerente ai recenti controlli effettuati sui prezzi dei carburanti, con particolare riferimento alle violazioni accertate. Ma nella giornata in cui il caro carburanti sarà sul tavolo del Consiglio dei ministri, oltre all’incontro previsto nel pomeriggio tra Meloni e Giorgetti proprio con Zafarana, l’Unione Energie per la Mobilità respinge fermamente le accuse di speculazione sui prezzi. “È un’accusa senza fondamento, perché tra l’ultima settimana di dicembre e i primi giorni di gennaio il prezzo industriale dei carburanti, stante la sostanziale stabilità dei mercati internazionali, non è variato e la differenza che vediamo oggi è dovuta al solo aumento delle accise”. Così Claudio Spinaci, presidente dell’Unem, che dalle pagine de La Stampa chiarisce: “Siamo in pratica tornati ai prezzi del 23 marzo dopo il taglio delle accise, ma senza il taglio. Il benchmark per i carburanti non sono le quotazioni del greggio ma le quotazioni internazionali dei prodotti raffinati. Il problema resta l’elevata tassazione. In Germania il gasolio alla produzione costa oltre15 cent in più, ma al consumo ne costa 3 in meno. È un diritto-dovere del governo esercitare gli opportuni controlli ma i numeri non mentono”.  Il gettito delle accise, secondo il capo dei petrolieri italiani “contribuisce al bilancio, sono soldi che andrebbero recuperati o con altre entrate o con tagli ai servizi. Occorre quindi un intervento strutturale del sistema fiscale che riavvicini le accise del nostro Paese a quelle europee”. L’effetto dell’aumento dei prezzi diventa dirompente anche per chi fa uso dei mezzi pubblici: Agens, Anav e Asstra, che rappresentano l’intero settore, denunciano a loro volta come in assenza di contromisure l’impatto sui conti delle imprese di trasporto passeggeri con autobus rischia di diventare insostenibile. “La reazione del mercato alla mancata proroga al 2023 del taglio delle accise sul gasolio è andata ben oltre il mero recupero dei 15 centesimi a litro di risparmio fiscale sinora assicurato dagli interventi del Governo. Il prezzo è fuori controllo con picchi che superano i 2 euro per litro, insostenibili per un settore come quello del trasporto passeggeri che dispone di una flotta autobus alimentata per oltre il 90% dal gasolio che, non a caso, rappresenta la principale voce di costo dopo quella per il personale”.  Il tema delle accise è al centro anche della riflessione della Confederazione Autonoma Europea dei Lavoratori: “Il governo è chiamato ad affrontare con urgenza questo problema disponendo l’azzeramento totale delle accise e una forma di sgravio ulteriore, ad esempio sotto forma di credito di imposta, per i prossimi mesi, in particolare per le aziende di autotrasporto e i loro lavoratori”.  Per Domenico Marrella non dobbiamo dimenticare che “oltre l’86% dei beni nel nostro Paese è trasportato su gomma, per questo è fondamentale intervenire per scongiurare il blocco delle attività di fornitura di beni nei punti vendita, che comporterebbe difficoltà nel reperimento dei prodotti, la corsa all’accaparramento e possibili fenomeni speculativi”. Le accise, che da tempo gravano sui carburanti, conclude, “sono aggravate dall’Iva, un meccanismo assurdo ed inspiegabile che denunciamo da tempo e che, oggi, appare ancor più inaccettabile”. E nell’attesa dell’incontro del pomeriggio tra i vertici del Governo e della Guardia di Finanza, si intensificano i controlli delle Fiamme Gialle ai distributori: nel 2022 sono state quasi 3mila le violazioni sanzionate.
Redazione
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