venerdì, Marzo 29, 2024

Matteo Messina Denaro era in cura in una clinica oncologica di Palermo per un tumore

Matteo Messina Denaro si era recato nella clinica privata dove è stato arrestato “per sottoporsi a terapie”. Lo dice il comandante del Ros dei carabinieri Pasquale Angelosanto dopo lʼarresto del boss compiuto dagli uomini del raggruppamento speciale assieme a quelli del Gis e dei comandi territoriali. Insieme a Matteo Messina Denaro è stato arrestato anche Giovanni Luppino, di Campobello di Mazara (Trapani), accusato di favoreggiamento. Avrebbe accompagnato il boss alla clinica per le terapie. Ecco il video dellʼarresto. Con l’arresto di Matteo Messina Denaro si assottiglia a quattro l’elenco dei latitanti di massima pericolosità facenti parte del “programma speciale di ricerca” del gruppo Interforze. Si tratta di Attilio Cubeddu (Cosa Nostra), Giovanni Motisi (Anonima Sequestri), Renato Cinquegranella (Camorra) e Pasquale Bonavota (‘ndrangheta). Attilio Cubeddu, nato il 2 marzo 1947 a Arzana (Nuoro) e ricercato dal 1997 per non aver fatto rientro, al termine di un permesso, nella Casa Circondariale di Badu è Carros (Nuoro), ove era ristretto, per sequestro di persona, omicidio e lesioni gravissime. Il 18 marzo 1998 sono state diramate le ricerche in campo internazionale, per arresto ai fini estradizionali. Giovanni Motisi, nato il primo gennaio 1959 a Palermo, ricercato dal 1998 per omicidi, dal 2001 per associazione di tipo mafioso ed altro, dal 2002 per strage ed altro; deve scontare la pena dell’ergastolo; il 10 dicembre 1999 sono state diramate le ricerche in campo internazionale, per arresto ai fini estradizionali. Renato Cinquegranella, nato il 15 maggio 1949 a Napoli, ricercato dal 2002 per associazione per delinquere di tipo mafioso, concorso in omicidio, detenzione e porto illegale di armi, estorsione ed altro; il 7 dicembre 2018 sono state diramate le ricerche in campo internazionale, per arresto ai fini estradizionali.
Infine Pasquale Bonavota, nato il 10 gennaio1974 a Vibo Valentia, ricercato dal 2018 per “associazione di tipo mafioso” e “omicidio aggravato in concorso”.
Redazione
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