sabato, Aprile 20, 2024

Ramazzotti: “Cervetoeri è una città è morta”

“Moscherini scelta infelice. Belardinelli apparentata per 4 poltrone. Pascucci non voleva

fare il sindaco, ma il politico. La mia non può essere l’opposizione di Piergentili”

 

A me piacciono le interviste dove si dicono le cose come stanno. O per lo meno come si pensano che siano. Senza giri di parole. Poi si può essere d’accordo oppure no. Ma almeno hai una base per un confronto non paludato. E Cerveteri ha bisogno che ci si cominci a confrontare con decisione e con coraggio. Fuori degli steccati, e dalle comode posizioni consolidate. Dove ci si nasconde abdicando alle responsabilità verso la nostra città. E questa intervista a Lamberto Ramazzotti, che ringrazio per la sua schiettezza e disponibilità, la considero esemplare per aprire un confronto su come si possa o debba fare maggioranza e opposizione. In una città dalle potenzialità enormi, ma ancora lontane dall’essere pienamente messe a frutto. Dove le reali cause, le zavorre, della mancata crescita vengono spesso ignorate per una più comoda attribuzione a qualcuno o qualcosa di altro.
La mia impressione è che a Cerveteri ci sia più di un’opposizione. Ce ne sono almeno tre, senza nessun coordinamento. Lei è d’accordo su questo?
“Ma non può essere coordinata. Innanzitutto, siamo tutte teste diverse. E poi non ci sono mai state le condizioni per coordinarsi. A partire da quanto è successo in campagna elettorale. In particolare, dopo l’apparentamento della Belardinelli con noi. Va sottolineato che l’accordo era a fronte della concessione di quattro poltrone, non per niente: Presidenza del Consiglio, Vicesindaco, e due Assessori. E dopo fai campagna contro? Allora non lo fare l’accordo per il ballottaggio. Rimani sulle tue posizioni. Se non ti condivido oggi, non ti condividerò neanche dopo in Consiglio Comunale, se la mia linea è diversa. E poi abbiamo approcci diversi. La mia non può essere l’opposizione di Piergentili”.
E quale è quella di Ramazzotti?
“Io ho fatto ben 36 anni di opposizione a Cerveteri. Il popolo ti elegge come Consigliere Comunale. E lo fa per farti fare il bene della città. Non per fare la maggioranza o l’opposizione. Se la maggioranza presenta qualcosa che è bene per Cerveteri, io la voto senza pensarci due volte. Non vado certo a guardare che sono all’opposizione. Anzi, ti aiuto a migliorare le proposte. Quella è per me una vera opposizione. Perché deve partire dal presupposto che sei abitante di questa città, e che vuoi migliorarla.”
Quindi il suo concetto di opposizione è quello di non essere pregiudizialmente contro alle proposte della maggioranza?
“Certo. Io ho sempre detto che davanti a tutto c’è l’interesse della città. E l’ho sempre dimostrato in passato. Anche contribuendo al numero legale quando sarebbe mancato in occasioni dove si doveva votare su cose importanti per Cerveteri. Quando si trattò di votare il Piano di recupero di Campo di Mare, tutta l’opposizione votò contro. Meno che io, che votai insieme alla maggioranza. Perché era una zona che andava sanata, e c’era uno strumento, la legge 28, per farlo. L’ho fatto con cognizione di causa, per il bene di Cerveteri.”
Un esempio di un suo voto contrario, invece?
“Non ho votato le ultime variazioni di bilancio in occasione delle feste di Natale. Non ero d’accordo di spendere 118.000 per le luci e 40.000 euro per il villaggio in piazza. Ma ho motivato il mio no. Ho detto che io avrei utilizzato quello spostamento di bilancio per altre necessità più impellenti.”
Ma questo suo votare a volte con la maggioranza, non la rende malvisto dal resto dell’opposizione?
“Io sono stato sempre eletto con le liste civiche proprio perché voglio essere un pensiero libero. Io ho sempre fatto questo tipo di opposizione. Per me deve sempre prevalere l’interesse per la mia città. Non ho mai seguito il tanto peggio, tanto meglio. Dobbiamo sempre ricordarci che noi eletti dobbiamo governare la città. C’è una maggioranza? Noi dell’opposizione dobbiamo fare in modo che governi nel migliore modo possibile.”
Anche se ormai si può considerare Storia, l’ho chiesto a tutti, lo chiedo anche a lei. Ci può raccontare come si è arrivati alla scelta di Moscherini come candidato Sindaco?
“La considero una scelta infelice. Io non lo conoscevo, dico la verità. Mi sono lasciato convincere da Orsomando e Caucci che mi avevano detto che era un manager capace. Ho letto il suo curriculum, e devo dire che era veramente eccezionale. Ho pensato che un manager del genere potesse essere utile a Cerveteri. Ma quest’uomo non è più all’altezza. Sarà stato un grande manager, ma adesso non è più all’altezza.”
È l’unico non all’altezza nel Consiglio Comunale?
“Il problema è che nessuno studia. Gli atti vanno studiati. Le Commissioni consiliari esistono per farti studiare prima quello che si va a discutere. Chiaramente mi riferisco sia ai consiglieri minoranza che di maggioranza. Nella maggioranza non ne vedo di persone all’altezza, Forse qualche volta Zito. Anche se sono tutte bravissime persone. Ho un rapporto personale e umano con gli attuali consiglieri come non ho mai avuto in 44 anni. Sono tutte persone perbene.”
In altre parole, sia nei banchi dell’opposizione che di quelli della maggioranza, non vedi consiglieri con uno spessore sufficiente
“Dire sufficiente è fargli un complimento. Se dicessi che in Consiglio comunale c’è un livello sufficiente di capacità, direi un’eresia.”
Moscherini dice anche che a Cerveteri la Politica è malata
“Quello che dice il mio amico Moscherini, non lo prendo in considerazione. È un amico, ma credo che non gli abbiano spiegato bene Cerveteri, o che non l’abbia capita.”
Ma se la politica a Cerveteri è sana, perché non è mai decollata, nonostante le sue enormi potenzialità?
“Perché non ci sono le teste. Mancano le capacità. Una capacità c’è stata, ed era quella di Pascucci. Il più capace tra quelli che io ho conosciuto in trenta anni. Ma a lui non andava di fare il Sindaco. Voleva fare il politico.”
Il resto non era all’altezza?
“Il resto contava poco. Il mondo è fatto da attori e da comparse. In Consiglio li ho sempre chiamati yes man. Se Alessio in un giorno di sole diceva che fuori pioveva, loro alzavano la mano. Parliamo di un altro pianeta. Di ben altro spessore. Io ho sempre detto: Cerveteri è una città di 40.000 abitanti. Fate almeno una giunta comunale di livello, di spessore. Lo sa altrimenti chi decide? L’impiegato. Perché se tu non sei più bravo dell’impiegato, questo ti fa credere quello che gli pare. Io non son nessuno, son vecchio, ma almeno sull’urbanistica le barzellette non me le può raccontare nessuno. Io lavoro in tribunale da mattina a sera.”
Come mai dal 1997 è sempre stato eletto nei banchi dell’opposizione? Ha sempre scelto il cavallo sbagliato?
“Tutti mi accusano di non essere affidabile per i loro giochi. Io non prendo ordini da nessuno.”
Quindi può fare solo il Sindaco per essere in una maggioranza?
“No. Se io avessi voluto, questa volta il Sindaco l’avrei fatto. A Roma avevano offerto a me di fare il candidato Sindaco. Ma io ho detto di no. Sono cardiopatico e ho 73 anni. Ho già fatto il Sindaco, ma i tempi sono cambiati. Ho chiesto di trovare gente diversa, che fosse in grado di portare qualcosa di nuovo.”
Di cosa va più fiero di quello che ha fatto per Cerveteri in questi 44 anni di Politica?
“Da Sindaco feci una scelta. Criticabile quanto vuoi. O davo la cubatura ai grandi costruttori, che poi mi hanno fatto la guerra per mandarmi via, o facevo costruire nelle campagne. Ho fatto costruire nelle campagne. Anche perché pensavo che con un ettaro di terra non ci mangiasse nessuno, e quindi era meglio che ci potessero costruire la casa per i figli. Ho anche espropriato, a Ruspoli e Ruzzanenti, il Parco della Legnara per pubblica utilità. Avevano un progetto per costruirci sopra 18 appartamenti.”
E quando era Consigliere Provinciale?
“In quel periodo ho fatto costruire le scuole superiori a Cerveteri, che non ne aveva ancora nessuna fino al 1994. Ho fatto il consigliere per due Amministrazioni. Ho appoggiato una volta il centrodestra e una volta il centrosinistra. Lo sa perché? Per fargli i ricatti e fargli costruire le scuole. Non mi vergogno a dirlo.”
Anche in questo caso prima Cerveteri della casacca?
“Ho offerto il mio voto, e ho chiesto in cambio la costruzione di una scuola a Cerveteri. Il Mattei è nato così. Le scuole superiori a Cerveteri sono state costruite così.”
Torniamo a Cerveteri. Alle sue prospettive e alle sue zavorre. Prima ha detto che mancano le teste per farla decollare. Mancano le teste in Politica. Ma mancano anche nella classe imprenditoriale?
“Per me Cerveteri, vista adesso, è come Bagnoreggio. Una città morta. Non vedo prospettive. Mi chiedeva della classe imprenditoriale. Cerveteri non ha una classe imprenditoriale. Non l’ha mai avuta. Fino agli anni ‘80 i Cerveterani vivevano con tre redditi: tombaroli, edilizia e agricoltura. Con la legge Rutelli sono finiti i tombaroli. L’edilizia è finita e l’agricoltura l’hanno abbandonata.”
Quindi la zavorra sono i Cerveterani stessi?
“Quello che è grave è che si continua a dare la colpa al vecchio Cerveterano. Nel 1978, l’anno della mia prima elezione, eravamo 9.300 abitanti. Adesso siamo 39.800. È poi arrivata l’ondata di Valcanneto e Campo di Mare. Nel Consiglio Comunale ci sono stati anche 18 consiglieri delle nuove frazioni. Ma che cosa hanno portato? Nuove idee? Progetti? Assolutamente niente.”
E quindi cosa servirebbe a Cerveteri?
“Che la gente quando va a votare scegliesse le persone e non la lista. Che scegliesse persone capaci. Anche adesso il livello è vergognoso. Ma basta dare la colpa ai vecchi Cerveterani. Da venti anni i due terzi del consiglio comunale è espressione delle nuove realtà. Queste nuove realtà che sono state elette, che cosa hanno portato? Niente…”
Torniamo alle ultime elezioni comunali. Una domanda che ho fatto a tutti e faccio anche a lei. Come ha fatto il centrodestra a perdere nonostante avesse la vittoria in mano?
“Se una coalizione rimasta fuori dal ballottaggio, anche se poi si è apparentata, continua a fare una campagna denigratoria, è chiaro che poi la gente non viene a votare. A San Martino, al primo turno, avevano votato il 53% e abbiamo stravinto. Al secondo turno ha votato solo il 41%.”
Amarezza per aver perso in questo modo?
“Mi dispiace non aver vinto, Ma se avessimo vinto, sa quanto saremmo durati? Venti giorni.”
(di Giovanni Zucconi – tratto da Baraondanews.it)
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