venerdì, Marzo 29, 2024

Anarchici, parla il minstro Piantedosi: “A un innalzamento della tensione è doveroso far seguire un innalzamento dell’attenzione”

“A un innalzamento della tensione è doveroso far seguire un innalzamento dell’attenzione, stiamo seguendo con molta cura quello che sta succedendo”. E’ quanto ha detto il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi al ‘Tg4 – Diario del Giorno’ sulle proteste e il caso Cospito. “Queste azioni, che non sottovalutiamo, non saranno quelle che ci condizioneranno per le scelte del futuro” dice il ministro dell’Interno. Alfredo Cospito è stato condannato “per alcuni gravissimi reati commessi e rispetto a quali gli organi giudiziari competenti hanno proposto agli organi competenti un regime carcerario”, afferma il ministro dell’Interno sottolineando che “si tratta di un regime di carcere duro” applicato “a un personaggio che ha dimostrato una discreta pericolosità e tale è stata valutata anche dagli organismi competenti”. “Questo governo ha il merito di aver riportato nel dibattito europeo la centralità e l’importanza delle migrazioni via mare come problema dell’intera Europa” sottolinea Piantedosi. “Il quadro regolatorio che abbiamo proposto è di fondamentale importanza, per noi è importante regolare il fenomeno” spiega, rispondendo a una domanda sulle Ong. “Siamo profondamente convinti che la presenza non regolata di navi private costituisca un fattore di attrazione”. “I salvataggi sono a carico dello Stato e l’Italia provvede in modo encomiabile” continua. “I primi 100 giorni sono estremamente positivi” dice parlando dei primi 100 giorni del governo Meloni. Riguardo al tema della sicurezza il ministro ha sottolineato che “la sicurezza si costruisce in periodi più lunghi”, ma si è iniziato ad esempio intervenendo sulle stazioni insieme ai sindaci. “In 15 giorni sono state impegnate oltre 3.400 persone delle forze di polizia, 380 agenti delle municipali, 405 dipendenti di altre amministrazioni e sono state arrestate 79 persone” ha detto a riguardo dei “servizi di alto impatto” nelle stazioni. Piantedosi spiega che si tratta di “controlli con una filosofia diversa, meno servizi fissi, più ripetuti, con specialità di polizia più ampie”.
Redazione
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