martedì, Aprile 16, 2024

Il Consiglio d’Europa all’Italia: “Il governo Meloni deve considerare la possibilità di ritirare il decreto legge sulle Ong”

L’Europa interviene sulla questione migranti in Italia. “Il governo italiano deve considerare la possibilità di ritirare il decreto legge sulle Ong oppure adottare durante il dibattito parlamentare tutte le modifiche necessarie “per assicurare che il testo sia pienamente conforme agli obblighi del Paese in materia di diritti umani e di diritto internazionale”, chiede Dunja Mijatovic, commissaria per i diritti umani del Consiglio d’Europa, in una lettera inviata al ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, il 26 gennaio. Roma risponde prontamente: “I timori sul decreto sono infondati”. Roma a Strasburgo: “Timori su decreto infondati” I timori espressi dalla commissaria dei diritti umani del Consiglio d’Europa, Dunja Mijatovic, per le conseguenze che il decreto sulle Ong potrebbe avere sulla loro capacità di salvare vite nel Mediterraneo e sulle persone salvate sono infondati. È quanto si evidenzia nella lettera di risposta inviata dal governo italiano a Mijatovic.
Le preoccupazioni Mijatovic osserva di “essere preoccupata che alcune delle regole contenute nel decreto ostacolino la fornitura di assistenza salvavita da parte delle Ong nel Mediterraneo centrale”. In particolare, secondo la commissaria, le disposizioni del decreto, prevedendo che le navi debbano raggiungere senza indugio il porto assegnato per lo sbarco di chi è stato salvato, “come già accaduto impedisca alle Ong di effettuare salvataggi multipli in mare, costringendole a ignorare altre richieste di soccorso nell’area se hanno già delle persone a bordo”.
“Così Ong vengono meno ai loro obbligi di salvataggio” Mijatovic evidenzia che “rispettando questa disposizione, i comandanti delle Ong verrebbero di fatto meno ai loro obblighi di salvataggio sanciti dal diritto internazionale”. Inoltre Mijatovic afferma di essere inquieta del fatto che “alle navi delle Ong sono stati assegnati, come porti sicuri, luoghi lontani nel centro e nord Italia”, un fatto che tra l’altro “prolunga le sofferenze delle persone salvate in mare e ritarda indebitamente la fornitura di un’assistenza adeguata a soddisfare i loro bisogni primari”. “Mi risulta – scrive Mijatovic – che l’adozione di questa prassi sia nata dall’intenzione di assicurare una migliore ridistribuzione dei migranti e dei richiedenti asilo sul territorio nazionale. Questo obiettivo potrebbe essere raggiunto sbarcando rapidamente le persone soccorse e assicurandosi che ci siano accordi pratici alternativi per ridistribuirle in altre zone del Paese”. Il terzo appunto di Mijatovic riguarda “l’indeterminatezza della nozione di conformità ai requisiti tecnici contenuta nel decreto e che potrebbe portare a lunghe e ripetute ispezioni di sicurezza delle imbarcazioni delle Ong, impedendo loro di riprendere il lavoro di salvataggio”.
Redazione
Redazione
La nostra linea editoriale è fatta di format innovativi con contenuti che spaziano dalla politica allo sport, dalla medicina allo spettacolo.

Articoli correlati

Ultimi articoli