venerdì, Aprile 19, 2024

Guerra in Ucraina, parla il ministro Crosetto: “Tutta la Nato vuole pace, ma bisogna essere in due”

La guerra in Ucraina “ha cambiato il modo in cui noi dobbiamo rapportarci al futuro. La risposta non è solo militare, ma anche di crescita economica. Abbiamo messo tutti sul tavolo la necessità di raggiungere la pace, perché non esiste crescita se non esiste la pace. Soltanto che bisogna essere in due per cercarla e non è sicuramente l’Occidente, né l’Ucraina, che ha deciso di abbandonare la pace in Europa”. Lo dice il ministro della Difesa Guido Crosetto, a Bruxelles a margine della ministeriale Nato.  L’Italia ha delle “problematiche” specifiche a raggiungere l’obiettivo preso nel 2014 di arrivare a spendere il 2% del Pil per la difesa, anche per via dei “limiti” che i parametri Ue pongono alla spesa pubblica, il tema posto da Crosetto nella ministeriale, evidenziando come il quadro Ue di governance economica, che si sta tentando di riformare, possa confliggere con il rispetto degli obiettivi Nato. Nella ministeriale, spiega Crosetto, “si è parlato dell’impegno che ogni Paese aveva preso nel 2014 di raggiungere il 2%” del Pil destinato alle spese militari, “e molti Paesi che lo hanno già raggiunto hanno proposto obiettivi molto più ambiziosi, del 3-4%. Noi siamo sotto il 2%: tutti i governi si sono impegnati a raggiungerlo entro una data che varia a seconda del governo e delle riunioni Nato”. “Io – continua il ministro – mi sono permesso di inserire nel dibattito, anche se non era al tavolo, il tema di coniugare il 2% con i limiti dei parametri europei, che obbligano, con una scelta di quel tipo, ad altri tagli. Ho posto un tema, al di là della Nato, agli alleati che sono membri dell’Unione Europea”. Nelle ministeriali Nato, prosegue Crosetto, “ognuno fa dei ragionamenti e gli altri sentono quello che i colleghi dicono. Ho posto il tema perché se l’impegno che pretendono molti alleati Nato è quello di raggiungere il 3-4%” del Pil nelle spese per la difesa, “e alcuni Paesi sono già al 4%, ho parlato della difficoltà in Italia di raggiungere l’obiettivo del 2%”.
Redazione
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