venerdì, Aprile 19, 2024

Omicidio di Pamela Mastropietro: confermato l’ergastolo per Innoncent Oseghale

Per l’omicidio di Pamela Mastropietro è stato confermato l’ergastolo per Innocent Oseghale, che ha ucciso e fatto a pezzi la diciottenne nel gennaio del 2018 a Macerata. L’imputato non era presente in aula al momento della lettura della sentenza. C’erano invece i genitori della giovane. Il processo d’appello bis ha riguardato solo il reato di violenza sessuale ed è stato trasmesso a Perugia per questioni procedurali dopo che la Cassazione aveva definitivamente confermato la condanna per l’omicidio.
Applausi e grida di gioia alla lettera della sentenza
Applausi e grida di gioia da parte del pubblico in aula alla lettura della sentenza della Corte d’assise d’appello di Perugia. Tra i presenti i genitori della diciottenne mentre gli amici hanno collocato diversi striscioni e cartelli all’esterno per ricordare la giovane. La Corte ha così accolto la richiesta di riconoscere la violenza sessuale e quindi l’ergastolo per Oseghale avanzata dalla Procura generale. Parla di decisione “giusta” per la conferma dell’accusa di violenza sessuale, e quindi dell’ergastolo, per Innocent Oseghale ma sostiene che “ci sono altri mostri fuori da prendere” Alessandra Verni, la madre di Pamela Mastropietro. Lo ha detto al termine dell’appello bis a Perugia, con indosso una maglietta con il volto della figlia. “Spero che sia a vita e senza sconti di pena. Come ho detto a Macerata fuori uno. Adesso vediamo gli altri”, ha aggiunto. “Vogliamo gli altri – ha detto ancora la madre di Pamela – perché ci sono le prove che c’erano anche loro. Questa sentenza un po’ di sollievo me lo dà”.  “Siamo molto delusi dalla sentenza. Non appena usciranno le motivazioni le valuteremo ma preannunciamo il ricorso in Cassazione”. Così Simone Matraxia, avvocato difensore di Innocent Oseghale, ha commentato la sentenza che ha confermato la condanna all’ergastolo per il loro assistito riconoscendogli anche il reato di violenza sessuale nei confronti di Pamela Mastropietro. “Sulla violenza sessuale non c’è nulla per condannarlo”. Pamela Mastropietro nacque a Roma, nel quartiere San Giovanni, il 23 agosto 1999. La giovane soffriva di un disturbo di personalità borderline ed era dipendente da droghe. Il 18 ottobre 2017, all’età di 18 anni, Pamela si trasferì nella comunità di recupero per tossicodipendenza di Corridonia (MC). Sua madre dichiarò che la ragazza aveva iniziato ad abusare di droghe dopo aver frequentato un uomo rumeno e che, al momento della morte, stava frequentando una comunità di recupero. Seguita da uno psichiatra nella comunità, Pamela dichiarò di abusare di alcol dall’età di 12 anni e di altre droghe dai 14 anni. Il 29 gennaio 2018 Pamela fuggì volontariamente dalla comunità ed un uomo la accompagnò in auto alla stazione di Corridonia-Mogliano in cambio di un rapporto sessuale. Lì la ragazza avrebbe voluto prendere un treno per fare ritorno a Roma, ma lo perse ed accettò l’offerta di un passaggio da parte di un tassista locale. Pamela consumò un rapporto sessuale con il tassista e dormì nella sua casa Il giorno dopo cercò di procurarsi della droga presso i giardini Diaz di Macerata, frequentati da numerosi tossicodipendenti, dove incontrò Innocent Oseghale, un pusher nigeriano.
Redazione
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