giovedì, Aprile 25, 2024

Sulcis, sono scesi e 4 operai che sei erano asserragliati sulla ciminiera della Portovesme

I quattro operai della Portovesme srl, che da quattro giorni erano asserragliati a cento metri di altezza sulla ciminiera dell’impianto Kss, nel Sulcis, hanno deciso di interrompere la protesta contro il caro energia. “Una decisione – chiariscono – che viene presa non in segno di resa ma concedendo l’ennesimo atto di fiducia al governo che tuttavia non sarà illimitato. Pronti nel caso – promettono – a nuove iniziative”. Il vertice al ministero si è chiuso con l’indicazione di una road map per individuare una soluzione strutturale al costo dell’energia. Sulla vertenza di Portovesme la prossima settimana il governo convocherà separatamente l’azienda, la Regione Sardegna e i player nazionali nel campo della produzione e distribuzione energetica, al fine di individuare tutti gli strumenti, finanziari e fiscali, utili a trovare una soluzione. Conclusi i confronti bilaterali, nel più breve tempo possibile, il sottosegretario Fausta Bergamotto, con delega alle crisi d’impresa, convocherà un nuovo tavolo di confronto con tutte le parti coinvolte. Il governo – si legge nel verbale conclusivo dell’incontro al ministero – ritiene fondamentale individuare, insieme alla Regione Sardegna, una soluzione strutturale per il costo dell’energia della società Portovesme, in modo che possa essere assicurata la continuità produttiva degli stabilimenti di Portoscuso e San Gavino fino all’entrata in funzione del progetto di riconversione degli impianti verso la produzione di litio”. Per questo il governo ha chiesto all’azienda di non interrompere l’attività produttiva durante questo periodo di interlocuzioni. Nel vertice sono emerse le possibili vie d’uscita per l’azienda per attenuare il peso del costo energetico, che potrebbero far leva sul principio di insularità e sul riconoscimento del gap della Sardegna: da un lato la possibilità di estendere il credito di imposta pari al 45% del costo dell’energia oltre la scadenza del 31 marzo 2023, dall’altro il ricorso alla cosiddetta superinterrompibilità, che diversamente dal passato potrebbe non essere considerata dall’Unione europea un aiuto di Stato”.
Redazione
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