giovedì, Aprile 25, 2024

Naufragio di Crotone, i parenti delle vittime orientati verso una class action contro l’Italia

I parenti delle vittime del naufragio di Cutro (Crotone) potrebbero dar vita a una class action. Stando a quanto emerso, alcuni di loro si sarebbero infatti già rivolti a dei legali. L’assistenza di un avvocato è d’altra parte necessaria anche per poter contribuire all’inchiesta in corso. E in entrambi i casi il dito è puntato principalmente sul capitolo soccorsi: si cercherà infatti di appurare se siano stati tempestivi o se vi siano state delle responsabilità che hanno portato alla morte delle 71 vittime. Ad assistere gratuitamente i familiari delle vittime un pool di avvocati, tra cui Luigi Li Gotti, ex sottosegretario alla Giustizia e noto anche per essere stato il difensore di diversi pentiti tra cui Tommaso Buscetta, Mitja Gialuz, ordinario di Diritto processuale penale, e Vincenzo Cardone e Francesco Verri, cassazionisti esperti di Diritto penale internazionale. “Siamo stati incaricati da numerosi familiari delle vittime del naufragio – affermano in una nota i quattro penalisti – di rappresentarli nei due procedimenti penali iscritti dalla Procura della Repubblica di Crotone. Il primo ha già condotto all’arresto di alcuni presunti scafisti che rispondono dei reati di disastro colposo e omicidio colposo plurimo quale conseguenza della violazione dolosa delle leggi sull’immigrazione. Il secondo procedimento mira a raccogliere gli elementi per valutare se ci sono responsabilità per il mancato soccorso in mare”. Da Torino sono invece in arrivo a Crotone gli avvocati Marco Bona ed Enrico Calabrese che già in passato hanno assistito i familiari delle vittime di altre tragedie in mare, come quella del traghetto Norman Atlantic, dell’Al Salam Boccaccio e della CostaConcordia. “Incontreremo i familiari delle vittime che ci hanno contattato – hanno spiegato al quotidiano La Stampa -. Prenderemo in esame ogni possibile responsabilità di istituzioni nazionali e comunitarie, Frontex e Commissione inclusa. Vite e affetti non devono valere zero per chi deve salvaguardarli. Tanto meno le morti costituire occasioni di risparmio per i bilanci statali o dell’Ue”.
Redazione
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