lunedì, Aprile 29, 2024

Roma: è morto a 79 Pierluigi Concutelli, “il terrorista nero” che uccise il giudice Occorsio

È morto Pierluigi Concutelli, il terrorista nero condannato all’ergastolo per l’omicidio del giudice Vittorio Occorsio, ucciso in strada a Roma a pochi metri da casa sua la mattina del 10 luglio 1976. Concutelli, morto a Roma, avrebbe compiuto 80 anni a giugno. Era malato da tempo e nel 2011 aveva avuto la sospensione condizionale della pena per motivi di salute. Pierluigi Concutelli era stato condannato a tre ergastoli per altrettanti omicidi. Dal 2011 era però fuori dal carcere per motivi di salute (aveva avuto tre ischemie). Ma il “Comandante” militare di Ordine nuovo, che ha ammazzato il giudice Vittorio Occorsio, non ha mai fatto marcia indietro: ”Il rispetto per le vittime c’è, pur non rinnegando quel periodo storico e quel determinato contesto politico” aveva dichiarato uscendo dal carcere per stabilirsi all’Idroscalo di Ostia.
L’omicidio del giudice Occorsio
Il 10 luglio del 1976, a Roma, il giudice Vittorio Occorsio venne ucciso da una raffica di proiettili mentre si recava al lavoro, a bordo della sua auto utilitaria. Occorsio era impegnato in importanti indagini contro il terrorismo nero e le organizzazioni neofasciste, motivo per cui venne individuato come bersaglio dalle formazioni armate. Aveva partecipato al processo per la strage di piazza Fontana e ai processi al movimento terroristico di ispirazione neofascista Ordine Nuovo.
Concutelli e la raffica di mitra contro il giudice
Il giudice Vittorio Occorsio fu assassinato a Roma la mattina del 10 luglio 1976 da Pierluigi Concutelli, il quale sparò trentadue colpi di mitra mentre Occorsio si trovava in macchina, una Fiat 125 special, diretto al lavoro. L’uccisione avvenne all’incrocio tra via Mogadiscio e via Giuba, nel quartiere Trieste, a poche decine di metri da casa sua. Occorsio sarebbe dovuto partire per le vacanze tre giorni dopo e aspettava il ritorno del suo collega Imposimato. Pochi giorni prima dell’assassinio, Occorsio aveva interrogato Licio Gelli e la sua scorta fu improvvisamente rimossa senza spiegazioni, né ai familiari né al giudice stesso. Prima di fuggire, gli assassini di Occorsio presero la sua borsa, contenente il fascicolo sui sequestri, e un documento che rivelava l’acquisto di un edificio a Roma da parte dell’Organizzazione mondiale per l’assistenza massonica (Ompam), per otto milioni di dollari, cifra corrispondente al totale dei riscatti pagati per i rapimenti di Albert Bergamelli. Tre mesi dopo fu uccisa anche la fonte di Occorsio, Nicola D’Agostino, boss di Canolo. Domenico Papalia fu condannato per l’omicidio, ma quarantuno anni dopo fu assolto dalla Corte d’appello di Perugia, dopo essere stato condannato all’ergastolo. D’Agostino avrebbe informato il giudice riguardo a un flusso di denaro proveniente dai sequestri, diretto in Calabria per finanziare atti di terrorismo e omicidi di alto profilo. Si dice che D’Agostino sia stato ucciso su ordine di Antonio Nirta, boss di San Luca, che il giorno del rapimento di Aldo Moro sarebbe stato presente in via Fani come infiltrato nelle BR dall’ex generale dei Carabinieri Francesco Delfino.
Redazione
Redazione
La nostra linea editoriale è fatta di format innovativi con contenuti che spaziano dalla politica allo sport, dalla medicina allo spettacolo.

Articoli correlati

Ultimi articoli