martedì, Aprile 30, 2024

Allarme dei medici sull’ossessione per il mangiare sano (ortoressia): oltre 3,2 milioni di italiani soffrono di disturbi alimentari

Mangiare sano sì, ma senza esagerare. Quando il confine tra un’alimentazione attenta e comportamenti eccessivamente rigidi viene più o meno consapevolmente superato, l’ossessione di una dieta sana può diventare un problema per la salute, trasformandosi in un disturbo dell’alimentazione e facilitando l’insorgenza di patologie e complicazioni anche gravi. Si chiama ortoressia ed è letteralmente l’ossessione per il mangiare sano. Come riportato dal Ministero della Salute, in Italia sono 3 milioni e 200 mila le persone che soffrono di disturbi del comportamento alimentare (DCA), circa il 5% della popolazione. Anche la stessa mappa dell’Istituto Superiore di Sanità dedicata ai servizi sui disturbi alimentari è in continua evoluzione: i dati resi noti dal Ministero della Salute in occasione della Giornata del Fiocchetto Lilla 2023 riportano 126 strutture accreditate su tutto il territorio nazionale (solo 1 anno fa, a Marzo 2022, erano 108). Questa recente impennata di casi e diagnosi di disturbi del comportamento alimentare è anche eredità dell’emergenza pandemica, che ha esposto ulteriormente soggetti già a rischio e causato la ricaduta o il peggioramento di patologie e disturbi legati a questo tipo di disagio. Negli ultimi mesi, sono stati diagnosticati infatti il 36% in più di casi e il 48% in più di ricoveri in Pronto Soccorso dovuti a problematiche da DCA, dati riferiti sempre solo ai casi riconosciuti, diagnosticati e quindi trattati, che lasciano quindi tante altre realtà ancora sommerse. In una società dai ritmi frenetici e con una sempre più spiccata propensione alla promozione di uno stile di vita sano e salutare, l’ortoressia è un disturbo dell’alimentazione non così facile da riconoscere. Tra i tipici comportamenti cosiddetti “ortoressici”, c’è sicuramente un’attenzione eccessiva e spesso ossessiva a un regime alimentare rigido, ripetitivo e che prevede il consumo di pochi alimenti, a cui segue l’eliminazione progressiva dalla propria dieta di cibi ipercalorici, grassi e considerati dannosi per la salute. Si limitano prima e si fanno scomparire poi dolci e prodotti confezionati, carboidrati, latticini e insaccati, ma anche patate e in generale ortaggi non biologici. Come tutti i DCA, anche l’ortoressia incide sulla quotidianità della persona, condizionandone la qualità della vita e mettendola seriamente a rischio in termini di salute. Il 78% di chi soffre di questo disturbo pianifica meticolosamente i propri pasti, pesando il cibo in termini di dosi e calorie. Il 72% rinuncia alle uscite con gli amici e in generale diserta tutte le occasioni di convivialità che prevedono il mangiare fuori casa. Spesso l’ortoressico associa precisi comportamenti alimentari a una altrettanto rigida attività sportiva alla quale tende a dedicarsi in modo molto frequente ed estenuante. Alla base del comportamento c’è infatti la cura di un fisico costruito e mantenuto per performare al meglio nella propria disciplina, ma spesso anche il meccanismo contrario: l’idea di “consumare” bruciando con lo sport il più possibile di quello che si introduce con l’alimentazione, andando così a incidere su un deficit calorico rischiando però di innescare rischiosi scompensi energetici potenzialmente dannosi per la salute. Anche i giovanissimi sono soggetti particolarmente sensibili a questi tipi di comportamenti e disturbi: se il 59% dei casi di DCA in Italia ha tra i 13 e i 25 anni di età, il 6% ha meno di 12 anni. Tutti casi in cui sono diagnosticate patologie come anoressia nervosa, bulimia nervosa o binge eating (l’abbuffata di cibo).
Redazione
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