venerdì, Maggio 3, 2024

Milano: in corso lo sciopero del trasporto pubblico. Disagi per i pendolari

Giornata di disagi a Milano per chi usa i mezzi pubblici. Nel capoluogo lombardo infatti è in corso lo sciopero proclamato – dalle 8.45 alle 15 e dalle 18 a fine servizio – dai sindacati Al Cobas e Faisa Cisal Lombardia. L’Atm, l’Azienda dei trasporti milanesi, rende noto che la linea M2 ha chiuso dalle 8.45 e la M5 resta in servizio tra Bignami e Garibaldi e chiude tra San Siro Stadio e Garibaldi (i treni in viaggio arrivano a destinazione). Restano invece aperte M1, M3 e M4. Bus, tram e filobus sono in servizio con possibili maggiori attese alle fermate.

Gli orari
La prima fascia di garanzia è stata da inizio servizio alle 8:45, mentre una seconda è prevista dalle 15 alle 18. Fuori da queste fasce orarie (e dunque dalle 8:45 alle 15 e dalle 18 al termine del servizio), i lavoratori potranno incrociare le braccia bloccando la circolazione delle metro e degli altri mezzi. A rischio autobus, tram e metropolitane. Lo sciopero, sottolinea Atm in una nota, è stato indetto “contro la liberalizzazione, privatizzazione e gare d’appalto dei servizi attualmente gestiti dal Gruppo Atm e per la reinternalizzazione dei servizi di Tpl in appalto e subappalto”. E anche “contro il progetto ‘Milano Next’, per la trasformazione di Ats Spa in azienda speciale del comune di Milano e il conseguente affidamento diretto in house dei servizi, nonché per la loro gratuità, per la riattivazione del distanziamento tra conducenti e utenti con inibizione della porta anteriore per la salita e la discesa dei passeggeri”. Lo sciopero viene indetto anche “per la pulizia, igienizzazione e sanificazione delle vetture e degli ambienti”, “per la tutela della sicurezza dei lavoratori più esposti ad atti aggressivi, anche con sistemi di protezione passivi, per la fruizione delle ferie per il personale viaggiante, piani aziendali d’assunzione e trasformazione dei contratti a tempo parziale”. Infine, “per l’aumento di € 150 netti per tutti i lavoratori, a recupero degli insufficienti aumenti dei contratti nazionali, per ulteriori tematiche di carattere aziendale attinenti, tra l’altro a indennità ferie, turni particolari e vestiario”.

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