sabato, Maggio 4, 2024

Nel comune di Roma, diversi problemi rallentano l’adeguamento a standard ambientali più sostenibili

Prosegue a rilento la transizione ecologica nel settore edilizio della città di Roma.  Nel servizio di Maria Teresa Laudando, l’architetto Mario Panizza spiega come in periferia sia più facile intervenire per migliorare l’efficienza energetica. Entro il 2030, ben oltre la quota del 40% prevista dallo stesso accordo. Il PAESC – frutto di un lavoro partecipato di tutti gli Assessorati e i Dipartimenti di Roma Capitale in collaborazione con ISPRA, ENEA, GSE e il Ministero della Difesa – definisce le strategie e le azioni per la riduzione di CO2 attraverso la riorganizzazione urbana, con una nuova consapevolezza della correlazione tra inquinamento e benessere, tra sostenibilità ambientale e crescita economica nel tempo. Tra queste, a titolo esemplificativo, sono previste un’attività di forestazione urbana sostenibile (previste 20.000 alberature da sostituire, 1 milione di nuove alberature entro il 2030, 2 milioni di nuove alberature entro il 2050), l’incremento del lavoro agile nella pubblica amministrazione (i risultati attesi sono stati calcolati in un totale di 16.482.430 km annui evitati, che corrispondono a 4 mila tonnellate di CO2 in meno nell’atmosfera), la realizzazione di 4.000 infrastrutture, presenti su suolo pubblico, per la ricarica delle auto elettriche (BEV) ed ibride plug in (PHEV). Interventi anche sul versante delle energie rinnovabili come, ad esempio, la realizzazione di impianti fotovoltaici sui tetti di scuole, ospedali (sono state individuate 60 cliniche private e 29 aziende ospedaliere) e caserme; l’azione “case solari”, inoltre, grazie ad investimenti stimati intorno ai 296milioni di euro, prevede l’installazione di circa 34.200 impianti fotovoltaici nelle case autonome. Per soddisfare le utenze condominiali, si prevede inoltre l’istallazione di circa 30.500 impianti fotovoltaici per una potenza complessiva di 183 MW e un valore degli investimenti complessivi pari a 274 milioni di euro. Il risultato auspicabile è il raggiungimento – in termini di installazioni – del 51% del totale dei condomini romani, con una potenza media degli impianti di almeno 6kW.

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