
Si continua. Il processo sull’omicidio di Fabrizio Piscitelli va avanti ed entra nel vivo con l’apertura del dibattimento. La Corte ha infatti rigettato la richiesta della difesa di dichiarare nullo il decreto che dispone il giudizio. Nell’aula bunker di Rebibbia, Raul Esteban Calderon ascolta, in videocollegamento dal carcere di Larino, in provincia di Campobasso, la decisione dei giudici. L’argentino, 54 anni, è accusato di essere l’esecutore materiale del delitto, sarebbe il runner che freddò con un colpo di pistola alla testa Diabolik, su una panchina del Parco degli Acquedotti, il 7 agosto del 2019. La difesa ha chiesto di non ammettere tra i testimoni l’ex compagna di Calderon che, di fatto, con le sue dichiarazioni incastrò il presunto killer. Un’esecuzione, ancora senza mandanti, dopo l’archiviazione per mancanza di prove di tre pezzi grossi della mala romana: Alessandro Capriotti, Leandro Bennato e Giuseppe Molisso, sospettati di aver commissionato il delitto. L’obiettivo della Procura non è solo quello di arrivare alla condanna del sicario argentino, ma anche quello di far emergere chi abbia condannato a morte il capo ultrà della Lazio e perché.