sabato, Aprile 27, 2024

Inflazione, parla Il premio Nobel Stiglitz: “E’ il più forte vettore di diseguaglianze”

C’è “un’economia” definita “short-sighted economy” che “ha permesso il dilagare dello sfruttamento e al contempo del potere di mercato delle corporation, aprendo la strada a immense diseguaglianze: di reddito, ricchezza, opportunità, salute”. Ad affermarlo, in un’intervista su Repubblica, è l’economista premio Nobel, Joseph Stiglitz. “A lungo andare, le falle del sistema in termini di reddito e di opportunità, hanno aperto la strada al populismo degli estremisti, in America come in molti Paesi europei, una minaccia tremenda per le nostre democrazie. È come se si fossero dimenticati gli investimenti in “resilienza”, indispensabili per attrezzare le società a resistere a shock violenti e ripetuti come il Covid o la guerra”, dice ancora. “In assenza delle reti di protezione, la pandemia ha colpito più duramente, in tutto il mondo, chi aveva un reddito più basso e insufficienti protezioni sia contrattuali che di welfare. Quando il Covid stava finendo e le economie cominciavano a riprendersi – ricorda l’economista premio Nobel – le strozzature nella catena delle forniture e la domanda disordinata, improvvisamente tornata prepotente, hanno portato all’inflazione che, ancora, penalizza e colpisce le fasce più deboli. L’invasione dell’Ucraina ha dato il colpo finale, evidenziando una volta per tutte le debolezze di un’economia “short-sighted”, sia perché ha mostrato l’insufficienza degli investimenti in resilienza, sia perché, per esempio, non è riuscita a correggere i meccanismi di formazione dei prezzi energetici che hanno sovraccaricato gli aumenti all’origine, che come sapete stanno svanendo, colpendo i redditi più bassi. L’inflazione è il più forte vettore di diseguaglianze”, dice ancora Stiglitz. “Beh, vale per tutti il caso della Cina. L’atteggiamento a lungo ambivalente di Pechino, che a tratti sembra supportare la Russia, ha chiaramente esacerbato i contrasti e allontanato la loro soluzione”.  L’inflazione è un’emergenza vera: “Si può attaccare in diversi modi. Intanto a provocarla sono oggi soprattutto gli eccessivi profitti che le grandi corporation accumulano almeno in alcuni settori. Bisogna considerare che le pressioni sulla supply-chain, oltre che sull’energia, si sono allentate, e infatti l’inflazione sta scendendo per suo conto. Gli alti tassi finiscono con l’esacerbare molti problemi e rendere più difficile risolverli. E danno luogo a una serie di effetti collaterali come la fuga dei depositi dalle banche americane alla ricerca di migliori rendimenti ora che sono possibili, che diversi fallimenti ha già provocato, e poi ovviamente l’aggravio sui prestiti di ogni sorta. Senza contare gli effetti all’estero, ovvero l’aggravamento della crisi debitoria in tanti Paesi in via di sviluppo che finisce ancora una volta col colpire la povera gente”.

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